religione

La Chiesa altoatesina ha due nuovi diaconi permanenti

Ivan Wegleiter di Lagundo e Roberto Mataloni di San Michele/Appiano ordinati nel duomo di Bressanone. Celebrati anche i 25 anni di questo ministero nella diocesi



BOLZANO. La Chiesa altoatesina ha accolto oggi (26 dicembre) due nuovi diaconi permanenti, Ivan Wegleiter di Lagundo e Roberto Mataloni di San Michele/Appiano. L'ordinazione nel duomo di Bressanone è stato il momento culminante della celebrazione per i 25 anni di questo ministero nella nostra diocesi. Salgono così a 28 i diaconi permanenti diocesani.

Il diaconato permanente, ossia non finalizzato al sacerdozio, è stato istituito nella diocesi di Bolzano-Bressanone 25 anni fa, nel 1997. Il diacono (dal greco "diakonos", servizio al prossimo) è attivo a tutti i livelli della vita della comunità ecclesiale: è un laico che annuncia la Parola di Dio, si impegna in particolare in ambito sociale e caritativo, guida le celebrazioni della Parola, assiste il sacerdote nella celebrazione della Santa Messa e dei matrimoni, amministra il battesimo, presiede i funerali.

Alla celebrazione nel duomo di Bressanone per le due ordinazioni e l’anniversario dei 25 anni era presente gran parte dei 26 diaconi permanenti diocesani e delle loro famiglie. Il vescovo Ivo Muser ha specificato che “in un tempo in cui scarseggiano sacerdoti e fedeli, i diaconi non sono sostituti né degli uni né degli altri: i diaconi sono un segno sacramentale, un'espressione di vita sacramentale per la nostra Chiesa. Per questo sono convinto che sia importante sostenere i diaconi ed essere grati per la loro presenza e il loro operato.” Quindi il vescovo ha ringraziato tutti i diaconi permanenti diocesani, le loro mogli e le loro famiglie: “È significativo che quando un diacono permanente coniugato viene ordinato, sia necessario chiedere il consenso alla moglie. Grazie, care consorti, per essere al fianco dei vostri mariti, per la vostra disponibilità e servizio, per la vostra comprensione e condivisione dell'ordinazione del vostro coniuge. Anche questo è un servizio diaconale. Per un diacono permanente sposato, il matrimonio e la famiglia rimangono la prima vocazione e la prima responsabilità”, ha sottolineato Muser.

I due nuovi diaconi permanenti altoatesini sono il cinquantenne Ivan Wegleiter, di Lagundo, insegnante di scuola media, presidente del Consiglio pastorale parrocchiale di San Nicolò a Merano e impegnato anche nella pastorale con i detenuti, e Roberto Mataloni, 64 anni, marchigiano da decenni in Alto Adige, già in servizio nell’Arma dei carabinieri e oggi in pensione, membro del CPP della parrocchia di San Michele/Appiano. A loro il vescovo ha augurato “un cuore in ascolto, attento e aperto a Gesù e al suo Vangelo. Così i vostri occhi, le vostre orecchie e le vostre mani saranno al fianco delle persone e vi faranno incarnare il senso stesso della consacrazione: servire, ascoltare e operare in nome di Cristo.”

L’impegno in particolare in ambito sociale e caritativo del diacono include tra l‘altro la collaborazione con la Caritas parrocchiale o la visita ai malati e la vicinanza ad anziani, infermi, persone fragili ed emarginate. Salgono così a 28 i diaconi permanenti diocesani: dei primi cinque ordinati nel 1997 nella nostra diocesi, Günter Plaikner (Vandoies di sotto) e Giorgio Bolognani (San Giacomo/Bolzano) lavorano ancora oggi nelle loro parrocchie.













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