Al Don Bosco servono fondi Il Comune prende tempo 

Il centro dell’Odar. Occorrono circa 500 mila euro per mettere a norma la struttura Incontro con la Provincia per chiedere un intervento con cui garantirne la sopravvivenza



Laives. Per problemi legati alle norme di sicurezza nei luoghi frequentati dal pubblico, dal 2018 al centro Don Bosco non si possono più organizzare manifestazioni pubbliche. È un problema, perché per tanti anni il centro Don Bosco è sempre stato punto di riferimento per una miriade di manifestazioni pubbliche, essendo dotato di un teatro e di sale di varia grandezza. Ospita inoltre la biblioteca Don Bosco, centro di sistema per tutto il circondario, il centro giovani e il centro anziani.

Del problema si è parlato in un recente incontro fra la giunta comunale e il vicepresidente provinciale Giuliano Vettorato. «Con Vettorato abbiamo fatto una riflessione su centri e attività giovanili – dice il sindaco Christian Bianchi – con particolare attenzione al problema che riguarda il Centro Don Bosco e la sua attività futura, alla luce del fatto che per ora è giocoforza limitata per via della mancanza di un adeguamento alle disposizioni in materia di sicurezza. Da quanto è dato sapere, per rimetterlo a norma servirebbe una somma attorno ai 500 mila euro, soldi che l’associazione Centro Don Bosco non ha, così come non li ha l’Odar, ente proprietario della struttura. Men che meno ce l’ha la parrocchia di Laives, dalla quale infine dipende il Centro. Bisognerà quindi trovare una soluzione, tenendo conto che si tratta comunque di una struttura di proprietà privata, nella quale il Comune, al di là dei contributi per le attività che supporta, non può impegnare fondi pubblici. Con l’assessore Vettorato perciò abbiamo avviato una riflessione per capire se almeno la Provincia possa intervenire in qualche maniera».

Unanime, da parte dei consiglieri comunali, il parere che si debba assolutamente trovare la formula per garantire, anche in futuro, l’irrinunciabile funzione pubblica che il Centro Don Bosco con i suoi molteplici servizi rivolti sia ai giovani sia agli anziani ha sempre avuto. Il nodo è però come fare per riuscirci, dove trovare i fondi necessari alla sua sistemazione. Al momento una risposta non c’è e, come detto, l’altro giorno, in municipio, se ne è parlato fra giunta comunale e vicepresidente della Provincia. Nel frattempo, purtroppo, rimane in essere la limitazione per quanto concerne la possibilità di ospitare negli spazi del Centro Don Bosco manifestazioni pubbliche di un certo tipo.

Guardando a situazioni simili che già si sono sperimentate (ad esempio per la zona Vallarsa o per la zona Graf Toggenburg a Pineta) una delle alternative per poter erogare contributi pubblici a enti e strutture privati è quella delle convenzioni, che tengono conto proprio della funzione pubblica che determinati servizi rivestono, oppure – ultima spiaggia – la cessione al Comune, come è stato con la zona sportiva e ricreativa Vallarsa, realizzata e gestita per decenni da una cooperativa privata, la quale, a un certo punto, non riuscendo più a sostenere le spese l’ha venduta al Comune, il quale a sua volta l’ha “restituita” alla cooperativa previa sottoscrizione di una convenzione da rinnovare periodicamente.













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