Ancora disagi all’ufficio postale Utenti arrabbiati

Laives. Continuano i disagi per i cittadini di Laives che si recano all’ufficio postale di via Vigneti. Anche ieri lunga fila in attesa al freddo, con la rabbia evidente che rischia prima o poi di...


Bruno Canali


Laives. Continuano i disagi per i cittadini di Laives che si recano all’ufficio postale di via Vigneti. Anche ieri lunga fila in attesa al freddo, con la rabbia evidente che rischia prima o poi di essere scaricata sugli impiegati dell’ufficio, i quali, ovviamente, non hanno colpa di questa situazione.

È un disagio che risale a prima della pandemia, anche se in una nota recente Poste italiane la giustifica con «la necessità di limitare al massimo gli assembramenti nei pressi degli uffici postali del territorio» e invita i cittadini «a utilizzare, quando possibile, gli altri canali di accesso ai servizi quali la rete degli sportelli automatici Postamat, le app BancoPosta e Postepay e il sito di Poste Italiane www.poste.it e a rivolgersi agli uffici postali esclusivamente per operazioni essenziali e indifferibili. L’azienda ricorda che a Laives, oltre all’ufficio postale di via dei Vigneti, è disponibile quello di San Giacomo, aperto tutte le mattine dal lunedì al sabato. Alle Poste di Laives è disponibile anche uno sportello automatico Postamat, che consente di prelevare denaro contante, pagare bollettini di conto corrente premarcati, ricariche telefoniche e di carte Postepay e altro ancora. Per accedere all’ufficio postale di Laives, inoltre, sono disponibili tre diverse modalità di prenotazione del turno: via whatsapp al numero 371 5003715, via smartphone con l’applicazione Ufficio Postale oppure sul sito www.poste.it».

Sta di fatto però che quasi ogni giorno davanti all’ingresso c’è una fila di persone che attendono a lungo il loro turno al freddo e i giudizi che si sentono in merito alla qualità del servizio sono pessimi. Di certo non all’altezza di una città come è ormai Laives. Consigliare poi di andare agli uffici di Pineta o di San Giacomo viene interpretato come una presa in giro se si ha ad esempio una raccomandata da ritirare, senza contare cosa significa per un anziano privo di automobile o per chi abbia chiesto un permesso sul lavoro per sbrigare una commissione.













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