Contro la violenza, per Alba Chiara 

I genitori della ragazza di Tenno uccisa dal fidanzato hanno illustrato il progetto al Cafè Lettera 7


di Paolo Tagliente


LAIVES. Massimo e Loredana sono due giganti. Lo hanno dimostrato sabato, ancora una volta, a Laives, dove sono stati protagonisti di un toccante incontro al Cafè Lettera 7. Massimo e Loredana sono i genitori di Alba Chiara Baroni, la ventiduenne di Tenno, in Trentino, che il 31 luglio dello scorso anno è stata uccisa a colpi di pistola dal suo fidanzato, il ventiquattrenne Mattia Stanga, poi suicidatosi. Massimo e Loredana non sono giganti perché hanno trovato ancora la forza di raccontare la loro tragedia, di ricordare com’era la loro Alba Chiara, con i suoi sogni, le sue fragilità, la sua gioia contagiosa, la sua voglia di vita e la sua forza di carattere. Non sono giganti perché hanno raccontato lo straziante percorso, cominciato poco dopo la tragedia, quando si è iniziato a parlare di collocare una stele in ricordo di Alba Chiara, vittima di femminicidio. E proprio sulla parola “femminicidio” è scoppiata la polemica in paese, culminata con le dimissioni del sindaco Gianluca Frizzi, in polemica aperta con alcuni componenti della sua stessa maggioranza, contrari alla deposizione di quella targa. Un percorso che ha dovuto fare i conti anche con l’atteggiamento di molti in paese, più propensi a dimenticare, a insabbiare, a negare quanto accaduto, a cercare nell’oblìo la cura per una ferita che ha colpito nel profondo la piccola comunità. Un atteggiamento che ha aggiunto dolore al dolore.

No, Massimo e Loredana sono giganti perché sono riusciti a non farsi annichilire dalla tragedia e hanno deciso, in nome della figlia, di adoperarsi per aiutare donne e ragazze che subiscono violenza da parte dei compagni, dando il via al “Progetto Alba Chiara”. «Se riusciremo ad aiutare anche una sola donna, allora sentiremo di aver raggiunto lo scopo del progetto e d’aver fatto felice nostra figlia» spiegano. Sabato, al Cafè Lettera 7, circondati dai quadri realizzati dalla figlia e affiancati da Francesca Bagaglia, psicologa e criminologa bolzanina, hanno illustrato il progetto presentato il 20 maggio scorso, durante una serata tenutasi al teatro di Tenno, e supportato dall’ente roveretano “Famiglia Materna”, nella cui struttura vengono ospitate donne in difficoltà: raccogliere donazioni per aiutare e sostenere le donne che, sole o con figli a carico, vogliono riprendere in mano la loro vita, inserendosi nel mondo del lavoro e ritrovando una loro autonomia, anche economica. Un impegno che Manuela Skulina, sociologa impegnata nel progetto “Formichine”, nato all’interno di “Famiglia Materna”, ha fin da subito sostenuto, affiancando e consigliando Massimo e Loredana. Il progetto si traduce in una mostra itinerante dei quadri di Alba Chiara, che sabato erano visibili qui a Laives, durante la quale saranno raccolte le donazioni. E intanto, il 25 novembre prossimo, a Tenno, si terrà la cerimonia durante la quale sarà finalmente scoperta la stele dedicata ad Alba Chiara, «vittima di femminicidio». E in tanti, dopo il commovente incontro di sabato, hanno già annunciato di voler scendere sul Garda per partecipare al toccante momento.













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