Coro Monti Pallidi, i primi cinquant’anni a livelli d’eccellenza  

Un costante e appassionato lavoro di ricerca e affinamento In dicembre due serate a San Giacomo e nella parrocchiale


di Andrea Bambace


LAIVES. Per festeggiare i 50 anni di attività, fra tutte le iniziative, il coro Monti Pallidi di Laives ha anche proposto un grande concerto presso l’Auditorium di via Dante, a Bolzano, con i posti andati esauriti nel giro di una settimana. Se è vero che in zona alpina e dolomitica il canto popolare è un centro d’attrazione immarcescibile, è altresì lampante che i “Monti Pallidi” si sono conquistati sul campo, durante cinque decenni di costante e appassionatissimo lavoro di ricerca e di affinamento, una così grande popolarità a fianco di pochissimi altri ensemble vocali del Nord Italia. Il pensiero corre subito all’indimenticabile persona e alla figura musicalmente illuminata di Sergio Maccagnan che del coro fu fondatore, maestro e animatore instancabile per quasi tutta la sua vita, lasciando poi il testimone nelle mani del figlio Paolo, a sua volta musicista di severa formazione, capace di condurre i coristi, con tenacia pari all’abilità didattica e artistica, attraverso un percorso di raffinamento e di crescita palpabili ad ogni esecuzione e che, stando così le cose, promette ulteriori traguardi tecnici e artistici.

Per noi, che li abbiamo seguiti fin dai primi passi, così come per tanti ascoltatori, è stato un affascinante viaggio nel tempo e nella memoria, ripercorrendo i loro maggiori successi, i numerosi concorsi vinti, le tante fortunate tournée all’estero, le molte centinaia di concerti in tutta Italia, le sei realizzazioni discografiche, cui si aggiungerà a breve un doppio cd: l’antologia del cinquantenario, intitolata “Lis Montes Pàljes” e il cd natalizio “O magnum Mysterium”, registrato dal vivo durante il concerto dell’Immacolata dell’anno scorso.

Ricordando le innumerevoli esibizioni internazionali e le ancora più numerose presenze ai vari festival e rassegne un po’ ovunque, in Italia come all’estero, mi viene in mente che in occasione del concerto all’Auditorium bolzanino, era presente anche un personaggio di assoluta eccezione, Bepi De Marzi, antico amico del coro di Laives e soprattutto il più autorevole e ammirato autore di canti di ispirazione popolare che si possa oggi annoverare. Più di un brivido ha attraversato il pubblico ascoltandolo presentare i pezzi del coro. Ad un certo punto non si riuscivano più a distinguere le suggestioni provocate dal coro che cantava da quelle scaturite dall’ascolto delle parole del grande compositore e poeta. Musicisti quali Arturo Benedetti Michelangeli, Nunzio Montanari, Paolo Bon, Gianni Malatesta, Lamberto Pietropoli, Armando Franceschini, Mario Marelli, ovvero gli armonizzatori dei canti popolari che campeggiavano nel vasto programma d’esecuzione della serata, paragonati da De Marzi agli assoluti Mozart, Beethoven, Vivaldi e Wagner, hanno reso unico questo evento, ribadendo una volta di più, anche se non era necessario, la ragguardevole capacità di preparatore e di interprete del maestro Paolo Maccagnan, oggi più che mai annoverabile tra i direttori d’orchestra.

Gli appuntamenti con il coro Monti Pallidi non sono ancora terminati: sabato 16 dicembre, alle 20.30, nel nuovo teatro di San Giacomo ci sarà il grande concerto di Natale, mentre martedì 19 dicembre, alle 20.30. nella chiesa parrocchiale di Laives ci sarà il concerto d’Avvento "Piccole cante di Natale".

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: l’interventismo serpeggia in Italia

I successi francesi, che hanno fermato i tedeschi sulla Marna, spingono Roma verso l’ingresso nel conflitto. Non al fianco degli alleati della Triplice, ma contro di essi, e contro l’Austria in particolare. Nessuno sembra rendersi conto di cosa è diventata la guerra moderna, una guerra di logoramento che divora senza sosta materiali, mezzi e, soprattutto, vite umane.

Lo scaricabarile

Emergenza casa: a Bolzano sono "fermi" 180 alloggi Ipes

Il vicesindaco Konder: «L’istituto troppo lento, bisogna coinvolgere anche cooperative e privati». Tosolini, presidente dell’Ipes: «Il Comune però non ha ancora deciso sulla destinazione delle aree di Oltrisarco

Attualità