Il Pd: «Ricatti per il ballottaggio Bianchi arrogante con la Svp» 

L’opposizione. Dino Gagliardini commenta le interferenze del sindaco nelle decisioni della Volkspartei bolzanina Il consigliere sbroglia la matassa della presenza in giunta della Stella Alpina «elemento mitigatore delle destre»


Sara Martinello


Laives. «Il sindaco di Laives si sente forte di un risultato e di una posizione diventata molto più vigorosa di prima. Ora, un gesto a mio avviso arrogante per far valere il proprio peso politico. Vorrei un sindaco che non facesse ricatti pro domo sua in vista di possibili sviluppi di carriera». Rieletto in consiglio tra le fila del Partito Democratico, Dino Gagliardini interviene con decisione sul tentativo di Christian Bianchi di incidere sulla decisione della Svp bolzanina di apparentarsi con Renzo Caramaschi in vista del ballottaggio. «Un segnale affinché a Bolzano vengano fatte le necessarie valutazioni», secondo il sindaco confermato dieci giorni fa con un 57 per cento dei voti che ha regalato alla sua coalizione i numeri per governare da sola. Sedici consiglieri per centrodestra e destra, quattro per la Volkspartei, sette per centrosinistra e Movimento 5 stelle.

Bianchi stratega.

L’ipotesi di esclusione della Svp dalla maggioranza comporterebbe due ordini di problemi. Il primo è sul piano dell’operatività, il secondo invece è più sottile. Intervistato, Gagliardini parte da quest’ultimo. «A Bianchi piace etichettarsi come civico, ma la sua è una storia politica di militanza nella destra, fin da quando a metà degli anni Novanta ha vissuto il passaggio dall’Msi ad Alleanza Nazionale, nella quale ha militato. Nel campo della strategia è competente, tanto che è riuscito a capitalizzare il suo risultato attraverso una civica, arrivando a far eleggere otto consiglieri. Questo suo tentativo di intervento sulla politica di Bolzano può essere prodromo di sviluppi futuri: a livello provinciale credo che nel centrodestra faccia ombra a molti». Anche a Roberto Zanin? «Be’, in un loro recente video è Bianchi il focus dell’inquadratura. A un certo punto Zanin scompare...».

Qui entra in gioco la Stella Alpina, «del cui cambio di strategia Bianchi ha beneficiato nel 2015, quando ha dato il proprio appoggio esterno per formare la giunta e per avere il vicesindaco. Possiamo dire che è stata la Svp a permettere che si creasse il fenomeno Bianchi, salvo poi scoprire che chi ha capitalizzato questa alleanza è proprio lui, a scapito della Volkspartei».

Elemento di equilibrio.

Sono settant’anni che la Svp siede tra i banchi della maggioranza, e sempre con un peso importante. In una maggioranza tutta fra centrodestra e destra potrebbe fungere da elemento di equilibrio. Così Gagliardini: «L’atteggiamento personale di Bianchi tende a una certa arroganza. La Svp ha un diverso stile e potrebbe quindi essere un elemento mitigatore. Insomma, una maggioranza a 16 dei soli partiti di coalizione sarebbe un po’ fare la ruota del pavone».

Sensibilità etnica.

L’ha detto, intervistato per l’Alto Adige, l’ex vicesindaco Giovanni Seppi. «I consiglieri del nostro gruppo hanno competenze importanti e rapporti con gli assessori provinciali. E abbiamo una serie di progetti, dai servizi ai finanziamenti, che sarebbe un peccato perdere». Sarebbe difficile per i quattro consiglieri Svp fare opposizione su progetti tratteggiati sulla scrivania di Seppi o ai quali il gruppo ha già contribuito in maniera sostanziale, insomma. Pur precisando che la spartizione del potere con la Volkspartei «non è una situazione scolpita nella pietra per i millenni a venire», il consigliere del Pd riconosce che il partito di raccolta «ha una serie di progetti aperti che i consiglieri eletti non possono permettersi di lasciare in mano ad altri, perché questioni come la gestione dell’asilo in lingua tedesca o la copertura del campo da ghiaccio fanno anche parte di una sensibilità spiccata dal punto di vista etnico».

Le grandi opere.

Tanti i dossier da portare avanti. «Anche cose pesanti che finora non sono state affrontate a dovere: via Kennedy da riqualificare, le elementari Gandhi che vanno rinnovate da cima a fondo, i posti letto in casa di riposo, visto che la riqualificazione dell’esistente ne creerà solo otto in più quando invece entro il 2026 ne servirebbero una cinquantina». Bianchi però nell’opporsi a una rielezione di Caramaschi cita il problema dell’A22. «Chiaro, è un problema che spaventa Laives. Ma va affrontato politicamente, non con un post su Facebook. La nostra richiesta di bypassare Bolzano prolungando oltre il Virgolo la galleria di San Giacomo era già stata messa sul tavolo da Tommasini quando era assessore ai lavori pubblici. È palese che Caramaschi sia molto più capace di concretizzare le decisioni. Ha un’idea di città per il futuro, un orizzonte che va oltre i cinque anni di un mandato, forse oltre i venti. Bianchi non mi sembra aver avviato grandi progetti suoi, la piazza è un progetto di 25 anni fa di cui manca solo l’ultimo lotto».

Gli scenari in consiglio.

Ma come saranno questi altri cinque anni all’opposizione, per il Pd? «Dipenderà dallo stile che la maggioranza vorrà adottare. Se ci sarà un atteggiamento costruttivo, di dialogo, noi faremo un controllo della situazione analizzando punto per punto i dossier amministrativi. Altrimenti sarà un’opposizione più severa. Noi partiamo con un ruolo politico che faremo valere con idee serie da sottoporre all’attenzione della maggioranza perché questa le misuri in relazione ai benefici per la città. Essere all’opposizione non vuol dire sparire».













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