Incendio e Covid non fermano l’ultimo calzolaio

Laives. A Laives (e non solo) trovare un maestro calzolaio diventa sempre più difficile. Da quando in città ha chiuso “Tacco svelto”, l’unico rimasto è Loris Corieri, con la calzoleria “Excelsior”...



Laives. A Laives (e non solo) trovare un maestro calzolaio diventa sempre più difficile. Da quando in città ha chiuso “Tacco svelto”, l’unico rimasto è Loris Corieri, con la calzoleria “Excelsior” nel centro di San Giacomo. Chi ha un paio di scarpe o un oggetto in pelle da riparare deve fare riferimento a lui, maestro calzolaio, uno dei pochissimi ormai in grado di costruire da zero un paio di scarpe oltre che di ripararle. Entrare in calzoleria è immergersi in odori pressoché dimenticati, come quello del cuoio. «Lo faccio per passione – dice Corieri – nonostante siano passati tanti anni da quando imparai il mestiere, una passione che unisco a quella delle riparazioni di suole e tacchi, insieme a borse e altri oggetti in pelle. Del resto, questo è il mio mestiere da sempre e non saprei farne un altro».

Tanta passione sicuramente, perché Loris Corieri ha dovuto superare anche un momento molto difficile che avrebbe “steso” altri: l’11 febbraio dello scorso anno un incendio aveva distrutto la sua calzoleria, un episodio che avrebbe potuto scoraggiarlo definitivamente. Invece, con determinazione, sostenuto anche da calzolai fuori regione, è riuscito a rimettere in piedi la calzoleria e a ricominciare a lavorare. «Un po’ alla volta rimetterò a posto l’arredamento – dice – ma intanto lavoro, anche se lo spazio è abbastanza stretto. Dopo l’incendio e prima della pandemia l’attività aveva ripreso a funzionare bene. Poi sono arrivate le chiusure e, sinceramente, dopo il secondo lockdown anch’io mi sono spaventato per la totale incertezza sul futuro. Anche per questo sto andando avanti con prudenza, sperando, come tutti, che questa situazione finisca il prima possibile e che si possa tornare alla normalità».

Da trent’anni Corieri fa anche attività di ambulante: «Un tempo con un camioncino appositamente attrezzato frequentavo i mercati per fare i lavori di riparazione. Adesso invece, con l’avanzare dell’età, prendo le scarpe e gli oggetti che mi consegnano, li porto in calzoleria a San Giacomo, faccio le riparazioni che servono e la settimana successiva li riconsegno ai proprietari. Lo faccio cinque giorni alla settimana, rispettivamente ai mercati di Terlano, Appiano, Caldaro, Cavalese e il sabato a Sarentino, dove hanno imparato a conoscermi». Trovare un maestro calzolaio del resto è sempre più difficile. B.C.













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