Maria von Mörl, i documenti a Roma 

Gremita la Chiesa per la conclusione del processo diocesano di beatificazione. Muser: «Il suo messaggio è attuale»



CALDARO. Si è concluso sabato sera a Caldaro il processo diocesano per la beatificazione di Maria von Mörl apertosi nel 2016. Il postulatore della causa porterà ora la documentazione a Roma per i passi successivi.

«La sua vita, segnata da sofferenza e sacrificio, è un messaggio anche per noi oggi: c’è qualcosa di più che non solo il tutto subito e velocemente, il tutto bello e facile, il tutto senza fatica», ha sottolineato il vescovo Ivo Muser.

Al termine della celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Caldaro gremita di fedeli si è tenuto l’ultimo atto del processo diocesano nella causa di beatificazione di Maria von Mörl, la “mistica stigmatizzata di Caldaro”: la lettura del verbale e l’apposizione dei sigilli sui documenti (lettere personali, testimonianze, articoli) che saranno ora portati a Roma alla Congregazione delle cause dei santi. «Una tappa importante lungo il percorso della beatificazione, a cui si arriverà se, quando e come Dio vorrà», ha detto il vescovo Ivo Muser.

Secondo il presule “la chiave della storia di vita, di fede e di vocazione di Maria von Mörl è il suo legame con Cristo”. E questo guardare a Gesù, l’intenso legame con la sua incarnazione e con la sua passione “sono un messaggio rivolto anche al nostro tempo: una vita orientata a Cristo ha un senso e dona senso”.

Il vescovo ha sottolineato inoltre che la relazione di Maria von Mörl con Cristo è testimoniata anche dalla presenza per 34 anni delle stimmate su mani e piedi, «che ne fecero un crocifisso vivente».

Monsignor Muser ha ricordato anche Adolph Kolping, che, dopo aver visitato Maria von Mörl nel 1841, scrisse nel suo diario: “Posso dire di aver visto una santa”.

Il vescovo diocesano si è detto personalmente colpito dal fatto che Maria von Mörl non abbia mai fatto menzione delle sue piaghe, né a voce né nelle sue lettere.

«Non tutti si avvicineranno a questa figura e alla sua spiritualità – ha aggiunto Muser –, ma la sua vita segnata da malattia, sofferenza e sacrificio può insegnare anche a noi oggi: c’è qualcosa di più che non solo il tutto subito e velocemente, il tutto bello e facile, il tutto senza fatica».

L’esperienza di Maria von Mörl, ha concluso il vescovo, «ci rimanda a Dio, al suo mistero, al piano di salvezza che ha per noi, alla sua saggezza. E questo è sempre più grande e più liberatorio di tutto ciò che l’uomo può comprendere».

Oltre al decano di Caldaro, don Alexander Raich, erano presenti tra gli altri il delegato episcopale Gottfried Egger e il promotore di giustizia nel processo Heinz-Meinholz Stamm, entrambi padri cappuccini, il notaio Günther Morandell, il postulatore Andrea Ambrosi, il cancelliere della Curia Leo Haas. Qualora la Congregazione delle cause dei santi a Roma dovesse riconoscere la virtù eroica di Maria von Mörl, le verrà assegnato il titolo di “serva di Dio degna di venerazione”.

Ai fini della beatificazione sarà quindi necessario condurre un processo per il riconoscimento di un presunto miracolo avvenuto per sua intercessione.

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