Negozi sfitti e affitti alti, l’Unione fa un censimento 

Commercio. La nuova legge provinciale dà un giro di vite sugli spazi ancora inutilizzati Del tutto assente l’attrattiva delle vie meno centrali. I più interessati sono i gastronomi stranieri



Laives. Negli ultimi mesi, in città hanno chiuso vari negozi, alcuni dei quali erano in attività da decenni, come nel caso di New Mode, in via Kennedy, della profumeria Inge o della drogheria Kypros, entrambe affacciate su via Pietralba. Hanno chiuso perché i rispettivi titolari hanno raggiunto l’età pensionabile, ma (e questa è la nota negativa) successivamente nessuno ha manifestato interesse a subentrare loro. Va meglio invece per i bar: dopo una breve chiusura, due dei tre locali chiusi in questo periodo sono stati riaperti con cambio di gestione.

Di negozi chiusi e non ancora riaperti si è parlato in occasione del recente incontro fra gli esercenti di Laives iscritti all’Unione commercio. L’opinione degli operatori locali è che gli affitti degli spazi commerciali siano elevati, e questo ovviamente scoraggia gli eventuali imprenditori interessati. A questo proposito l’agente immobiliare Marco Delli Zotti parla di affitti attorno ai 10-20 euro il metro quadrato al mese: i costi dipendono in buona parte anche dalle dimensioni dei locali commerciali. «Qualche interesse ad aprire ci sarebbe – continua Delli Zotti –, ma solo per quanto riguarda gli spazi affacciati lungo via Kennedy. Nelle altre zone non se ne parla nemmeno. In particolare, tendenzialmente ricevo richieste da parte di cittadini stranieri che sarebbero interessati ad aprire locali di gastronomia. Come detto, a Laives l’affitto di un locale commerciale si aggira mediamente attorno ai 15 euro al metro quadrato».

All’assemblea dei commercianti, il vicesindaco Giovanni Seppi, preso atto della situazione, ha auspicato l’istituzione di un tavolo di lavoro che veda assieme Comune, operatori commerciali e proprietari di spazi affittabili per trovare possibilmente delle soluzioni. «Credo – commenta Seppi – che al proprietario di un immobile commerciale interessi di più affittare i propri locali piuttosto che tenerli chiusi a lungo. La nuova legge urbanistica provinciale punta anche in questa direzione, vale a dire il recupero, prima di tutto, degli spazi inutilizzati o sottoutilizzati, che siano questi commerciali, abitabili o industriali. Proprio nel settore industriale è quanto hanno fatto ad esempio alcune grandi imprese, ad esempio la Vog, che si è allargata acquistando capannoni attigui all’impianto, la Pan e la Roechling Automotive. L’Unione commercio sta predisponendo un censimento di tutti i negozi sfitti, analizzando le caratteristiche urbanistiche di ciascuno spazio, un censimento che avrebbe lo scopo di far conoscere agli operatori del settore l’esistenza di questi spazi e la loro eventuale disponibilità. Si tratta di un lavoro che stanno facendo anche a Chiusa: anche lì fra Comune, operatori commerciali e associazioni si sta componendo un censimento aggiornato degli spazi disponibili, da occupare eventualmente prima di costruirne di nuovi. È ciò che va fatto anche qui, giacché lo indica la legge urbanistica provinciale: in futuro, prima di disporre di nuove aree, bisognerà dimostrare di aver esaurito quelle libere esistenti».















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