Nuovo serbatoio per La Costa - Seit: modificato il progetto 

Sei mini-depositi in zone strategiche per abbattere i costi I masi di Montelargo riforniti da una falda scoperta per caso


di Bruno Canali


LAIVES. Ci vorranno più di due milioni di euro per dotare la zona di La Costa-Seit di un acquedotto che risolva la “sete” di tutta la frazione montana del comune di Laives. Il progetto c’è, e qualche giorno fa la giunta comunale ha anche approvato alcune piccole modifiche del Puc per aggiornare il tracciato che altrimenti dovrebbe attraversare punti problematici a causa della natura rocciosa della zona.

Le caratteristiche del progetto le aveva illustrate al consiglio comunale il vicesindaco Giovanni Seppi. Si tratterà di captare parte dell’acqua potabile che esce dalla sorgente Unterosser (che ha una portata di 4 litri d’acqua al secondo) per incanalarla verso sei piccoli serbatoi che verranno costruiti in posizioni strategiche lungo la costa montana. Perché sei piccoli serbatoi e non uno grande? «Si tratta di una scelta migliore rispetto a quella di un unico, grande serbatoio, dato che se non ristagna a lungo fuori dal sottosuolo l’acqua è soggetta a un minore rischio di inquinamento», risponde il vicesindaco. È lo stesso principio, dettato dalla necessità di garantire la massima igiene, adottato per la costruzione in galleria del grande serbatoio a monte della città di Laives. Tornando a La Costa-Seit, in concomitanza con gli scavi per la posa delle tubazioni idriche saranno posate anche quelle destinate alla rete della fibra ottica. Alla scelta tecnica di privilegiare questo progetto si era arrivati dopo una lunga gestazione che aveva preso in considerazione, inizialmente, alcune opzioni: collegarsi all’acquedotto di Nova Ponente, per esempio, oppure pompare dal fondovalle l’acqua potabile, con la necessità di installare permanentemente potentissime pompe in grado di spingere l’acqua potabile fin lassù, una soluzione assai onerosa, tenuto conto che il dislivello da superare sarebbe attorno ai mille metri.

Oltre ai masi di La Costa-Seit, si guarda da tempo anche a quelli di Montelargo, sopra la città. In questo caso, una soluzione inaspettata è arrivata con lo scavo della galleria per la variante alla statale 12. Questo lungo scavo ha sì interrotto la falda che alimentava il pozzo di un maso, ma ha anche captato due falde acquifere sotterranee, una delle quali con acqua potabile. Sarà proprio quest’acqua ad alimentare un tronco di acquedotto che raggiungerà i masi di Montelargo. Per irrigare i campi, invece, questi masi potranno contare sull’acqua accumulata nelle gallerie della miniera di fluorite abbandonata a Nova Ponente.

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