Pasquazzo e Bertolini: «Non lasciamo il campo» 

La consigliera: presidierò la posizione per difendere gli interessi dei laivesotti L’ex membro del circolo: «Al primo posto per me ci sono coerenza e impegno»



BOLZANO. La consigliere Debora Pasquazzo (alle comunali la più votata della lista Pd con 291 preferenze) e Luca Bertolini, dopo l'uscita dal partito spiegano perché. «A Bolzano - dice Pasquazzo - il nuovo gruppo si chiama “Noi per Bolzano”, non “Noi contro il Pd” e così, probabilmente, sarà a Laives. Non rispondo con la stessa moneta alle parole del segretario Magnanini, che rivendica il mio posto in consiglio. Credo fermamente che si possa far politica per le persone, i territori, la città. Per questo rimango in consiglio comunale a Laives: la politica non è fatta solo di simboli, ma è soprattutto passione e dedizione. Passione e impegno, che sono ancora la mia priorità. Rassicuro laivesotte e i laivesotti del mio proposito di presidiare una posizione, proprio per tutelare i cittadini che mi hanno dimostrato fiducia e che ancora me ne stanno dando in questi giorni con la loro preziosa vicinanza. Non ho voluto compiere un gesto eroico, ma un gesto di coerenza, non sono passata “dall’altra parte”, né ho “cambiato casacca”. Sono sempre io, a servizio della mia città, con gli stessi valori e la stessa convinzione. A chi la politica mi ha fatto incontrare in questi anni, confermo ancora il rapporto umano che ci lega, lo dico perché ho potuto constatare, purtroppo, che per qualcuno a me molto vicino questo forse non è scontato». A sua volta Luca Bertolini aggiunge che «impegnarsi in politica vuol dire scegliere di togliere il tempo ad altro, di spendere energie e capacità, di metterci la faccia. Ci ho provato, con entusiasmo, ho offerto in questi anni allo stesso Circolo che oggi mi congeda in modo così glaciale, quello che so fare e la voglia di collaborare al bene di una comunità attraverso la politica. Dimettersi per me dal Circolo è stata una conseguenza naturale alle mie dimissioni dall’Assemblea Provinciale, di cui un Circolo dovrebbe essere espressione sul territorio. Molto ho imparato da quest’esperienza come molto ho dato, la lealtà soprattutto, che non è scontata e il segretario che ho sostenuto con forza anche all’ultimo congresso, dovrebbe saperlo bene. Non si esce da un gruppo per essere contro delle persone, ma per essere coerenti con se stessi. La politica per me è fatta di rapporti, di relazioni, di volti e nomi. Questi restano, anche se si esce da un progetto che oggi non mi rappresenta più, rafforza la mia convinzione che la politica sia buona, se si vuole fare buona politica».















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