il caso

Rubano 30mila euro a due anziani con la truffa del finto maresciallo 

Allarme in Bassa Atesina. Le due vittime sono una donna di 85 anni di Laives e un uomo di 90 anni di Bronzolo I carabinieri sono riusciti a risalire ai colpevoli: si tratta di una banda di cui fanno parte almeno 2 disoccupati campani


MASSIMILIANO BONA


LAIVES/BRONZOLO. Una 85enne di Laives e un 90enne di Bronzolo sono stati truffati nei giorni scorsi da una banda di disoccupati napoletani che con la classica scusa del “finto maresciallo” sono riusciti a sottrarre alle due donne ben 30 mila euro tra gioielli e contanti. La buona notizia è che i carabinieri delle due stazioni interessate, coordinati dalla Compagnia di Egna, sono riusciti - con l’ausilio di supporti tecnico-informatici - a risalire ai colpevoli, che potrebbero aver messo a segno altri colpi analoghi approfittando della buona fede delle persone più fragili.

La tecnica usata per la truffa dai due malviventi campani.

La modalità della truffa è nota agli addetti ai lavori come tecnica del “falso maresciallo”. In buona sostanza una persona che, qualificandosi come maresciallo dell’Arma, telefona al numero di casa dell’anziano e gli racconta con particolare enfasi di una brutta disgrazia, in questo caso un incidente stradale, in cui è rimasto coinvolto (con precise responsabilità) un familiare stretto. A quel punto il finto maresciallo tranquillizza e rassicura l’anziano dicendogli di poter aiutare il parente - spesso un figlio o un nipote, di cui i malintenzionati conoscono anche il nome di battesimo e l’età - perché conosce un ottimo avvocato al quale però va subito versato un anticipo. Ottenuto l’assenso dell’anziano il finto avvocato si presenta direttamente a casa per farsi consegnare soldi e gioielli. Proprio in questo modo una signora del 1939 di Laives e un signore del 1934 di Bronzolo - entrambi soli a casa - sono stati truffati perdendo complessivamente 30 mila euro tra contanti e gioielli, che per entrambi avevano anche un particolare valore affettivo.

Le indagini dei carabinieri sui due indagati.

Gli investigatori dell’Arma stanno ricostruendo i movimenti dei due soggetti nel tentativo di risalire ad altre truffe analoghe messe a segno dagli indagati, la cui posizione ora è al vaglio della Procura della Repubblica di Bolzano. I responsabili sono, come detto, due disoccupati residenti in provincia di Napoli, che avevano organizzato una vera e propria messa in scena per raggirare gli anziani, con l’obiettivo di accaparrarsi risparmi e gioielli.

Il comandante della compagnia di Egna Seracini: «In questi casi il consiglio è di chiamare il 112 e di prendere tempo».

Il comandante della compagnia dei carabinieri di Egna, il capitano Federico Seracini invita i cittadini che dovessero ricevere telefonate dubbie, a prendere tempo e contattare immediatamente il numero di emergenza 112 oppure a rivolgersi a una caserma dell’Arma sul territorio in modo da ricevere assistenza. Nel caso in questione al termine di un’articolata indagine portata avanti con tenacia e professionalità dai militari della Compagnia carabinieri di Egna sono stati individuati e denunciati in stato di libertà due soggetti che si sono resi responsabili di un reato odioso, «perché sfrutta la buona fede delle persone più fragili, caratteristica quest’ultima che ritroviamo puntualmente in tutte le truffe ai danni deghli anziani».













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