Il caso

Sciacallo dorato o cane procione? La Forestale apre un’indagine

L’animale salvato dai vigili del fuoco a Laives potrebbe essere stato gettato in un dirupo



LAIVES. La Forestale ha aperto un’indagine sull’animale rinvenuto ieri mattina a Laives in via Alpini. Verso le 11, infatti, i vigili del fuoco di Laives hanno tratto in salvo quello che verosimilmente potrebbe essere uno sciacallo dorato (altrimenti, un rarissimo esemplare di cane procione o cane viverrino) rimasto incastrato nella recinzione di un giardino.

In pochi minuti i pompieri hanno liberato l’animale con estrema cautela e l’hanno affidato al guardacaccia di zona, che è di San Giacomo. Questi ha messo l’esemplare in un trasportino. Del destino dell’animale però non si hanno ulteriori notizie certe. Potrebbe anche essere stato gettato in un dirupo nei dintorni.

In prima battuta i vigili del fuoco l’avevano scambiato per una volpe. Potrebbe essere un cane procione, visibilmente differente dalla volpe per la mascherina facciale scura, per il petto nero, per il pelo grigio-scuro e per la coda breve e folta. Secondo quanto riferisce Luigi Spagnolli, direttore dell’Ufficio caccia e pesca, «con alta probabilità sembra trattarsi di uno sciacallo dorato, specie protetta».

A occhi inesperti, infatti, un animale di piccole dimensioni può essere scambiato per una volpe, ma lo sciacallo dorato ha zampe più lunghe e una coda più corta che non tocca il suolo. Come riportato in “Distribuzione, espansione e problemi di conservazione di Canis aureus in Italia (Carnivora: Canidae)” (Luca Lapini et al., Quaderni del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, n.6, 2018), «la specie è inclusa nelle liste della Direttiva Habitat 92/43 (allegato V), nell’appendice III della Cites e in Italia è particolarmente protetta dalla legge 157/92». Lapini e gli altri autori identificano tra 2009 e 2018 un «periodo di fortissima espansione, distinto da un ulteriore successo riproduttivo nel Veneto alpino, da vari episodi riproduttivi in Carnia e in Alto Adige, nelle Valli del Natisone, sul Carso Isontino e nelle aree steppico magredili dell’alta pianura pordenonese». Di qui la decisione della Forestale di aprire un’indagine. È attesa per oggi una relazione per appurare in primo luogo la specie dell’animale, cioè se si tratti di uno sciacallo dorato o di un cane procione, quindi se l’esemplare sia ancora in vita o se invece sia deceduto.

 













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