Laives. Diversamente da quanto era stato fatto prima di gennaio, in questo nuovo periodo di lockdown il servizio di aiuti garantito dal punto di distribuzione “Alimentiamo la solidarietà” rimane aperto. La sede si trova nella palazzina affacciata sulla piazzetta Falcone e Borsellino, dove c’è anche la sede della Croce rossa e, ogni lunedì, mercoledì e venerdì, è accessibile dalle 15 alle 17.

Per fruire di questo servizio, organizzato dal Gruppo Missionario locale, occorre prima passare per la presentazione della dichiarazione Isee al Distretto sociale, che si trova di fronte e che attesta l’effettivo stato di bisogno di quanti richiedono un aiuto alimentare.

Il presidente del Gruppo Missionario Richard Stimpfl anche di recente ha confermato che anche a Laives c’è un certo numero di famiglie e di persone singole che sono costrette a fare riferimento ad “Alimentiamo la solidarietà” per potersi garantire i pasti quotidiani.

“Spesso si è portati a pensare che siano solo gli extracomunitari a trovarsi in povertà al punto da non avere di che garantirsi da mangiare – ha spiegato a più riprese Stimpfl – ma in realtà fra coloro che arrivano per un sostegno ci sono anche persone nate e vissute qui. La povertà e l’indigenza, purtroppo, non fanno sconti e non vanno in ferie”.

Sono tre i turni settimanali di distribuzione degli aiuti e in ogni circostanza arriva mediamente una decina di persone. “Va tenuto presente - ha evidenziato Stimpfl – che ognuno può venire una volta ogni due settimane e quindi si fa presto a capire la situazione”. È prevedibile poi che, a causa del Covid, con persone che rimangono senza lavoro e non hanno adeguati ammortizzatori sociali su cui fare riferimento, la platea dei richiedenti aiuto alimentare sia destinata ad aumentare.

Per quanto riguarda invece il rifornimento dei prodotti alimentari distribuiti dal Gruppo missionario di Laives, arrivano dal Banco alimentare e da Agea, che a loro volta li raccolgono in supermercati e negozi.

Tempo addietro il Gruppo Missionario aveva anche allestito una raccolta di vestiario usato, attraverso la cui vendita era stato possibile raccogliere fondi che sono stati poi destinati al sostegno di due progetti missionari: la costruzione di una cisterna per l’acqua nell’isola di Flores, in Indonesia, dove opera padre Pietro Dori, e il contributo a un centro per il recupero dei giovani nella favela di Fortaleza, in Brasile. E dal Gruppo missionario segnalano che c’è sempre bisogno di volontari disposti a dare una mano per garantire i preziosi servizi del sodalizio.