Tamponi per gli stagionali delle mele 

Laives. Il maltempo dei giorni scorsi ha portato anche una grandinata che nella zona di Laives ha causato danni in circa 70 ettari di meleti. “In particolare quelli attorno a via Delle Part - dice...



Laives. Il maltempo dei giorni scorsi ha portato anche una grandinata che nella zona di Laives ha causato danni in circa 70 ettari di meleti. “In particolare quelli attorno a via Delle Part - dice Bruno Völser, agricoltore della zona - abbiamo verificato un danno che va dal 30 al 70% delle coltivazioni. Il temporale è arrivato sulla vallata dalla montagna ad ovest”.

Manca una settimana circa all’inizio della raccolta della qualità Gala, una delle più diffuse in val d’Adige e si può quindi immaginare la facilità con la quale, essendo ormai le mele mature, anche una piccola botta causata da un granello di ghiaccio possa irrimediabilmente rovinarle e renderle inutilizzabili per la vendita. Fortuna vuole che ormai la stragrande maggioranza degli agricoltori ha installato le reti di protezione antigrandine sui meleti, altrimenti i danni sarebbero stati di gran lunga superiori, danni che solo in parte sono risarciti dalle assicurazioni (se si è assicurati).

Come detto, manca circa una settimana all’inizio della raccolta in tutta la Bassa Atesina delle mele Gala, un inizio che dipende da tipo di mela, età delle piante ecc.

Come ogni anno è previsto l’arrivo di parecchi lavoratori stagionali dall’est Europa (a Laives si calcolano in media quasi 300). Fino all’ultimo si è temuto non potessero arrivare a causa del coronavirus ma il problema sembra risolto. “Chi arriva - continua Völser - deve portare un tampone negativo non più vecchio di 4 giorni e, una volta qui, deve farne altri due che pagano gli agricoltori ospitanti. Se invece arrivano senza tampone fatto, debbono farne tre e, da quanto ci siamo informati, il costo per ogni tampone varia da 60 a 120 euro. Una volta arrivati, gli stagionali stranieri fanno il periodo di quarantena nelle aziende dove sono impiegati e dalle quali non possono spostarsi per due settimane durante le quali deve essere l’agricoltore che li ospita a incaricarsi di fare la spesa per loro e quant’altro occorre, mentre in campagna debbono indossare le mascherine. Questa procedura non serve per eventuali lavoratori polacchi o rumeni che siano rimasti qui negli scorsi mesi. Chi invece era rientrato a casa, al ritorno deve sottoposti al tampone”. B.C.













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