Il caso

«Troppi gli alberi tagliati lungo il rio Vallarsa» 

La polemica a Laives. Gli abitanti della zona ritengono che la scelta della Provincia non sia condivisibile: «Sono stati abbattuti alberi sanissimi, fra i quali la maestosa pianta che dava ristoro ai passanti»



LAIVES. A cura della Provincia, recentemente è stata effettuata una poderosa operazione di pulizia lungo gli argini del rio Vallarsa, nella parte a valle, per eliminare le piante che potevano rappresentare un pericolo in caso di vento. Era successo a più riprese, infatti, che qualcuna di quelle piante si era spezzata cadendo sulle passeggiate che corre sugli argini del rio Vallarsa, per fortuna senza altre conseguenze, salvo qualche modesto danno alla staccionata. Da qui la decisione di procedere con uno sfoltimento, eliminando i pioppi più grandi e pericolanti.

Per coloro che risiedono in zona però, questa operazione di pulizia sarebbe stata troppo drastica, tanto che qualche albero invece, a loro giudizio, avrebbe potuto rimanere lungo le passeggiate. «Perché potare drasticamente gli alberi per ridurre il rischio di schianto?», si chiedono adesso questi cittadini.

«Nella zona del Rio Vallarsa - continuano - è stata eseguita una manutenzione “straordinaria” del verde sulla passeggiata che costeggia il torrente, peccato che anche agli occhi di un profano si veda palesemente che è stata effettuata una potatura indiscriminata e senza criterio. Sono stati abbattuti alberi sanissimi, fra i quali spiccava la maestosa pianta che accoglieva chi si incamminava lungo il passeggio e dava ristoro a chi sedeva al tavolo sottostante.

D’estate si consiglia agli anziani di frequentare parchi alberati per difendersi dal calore eccessivo ed è sempre comunque bello e rigenerante camminare tra la vegetazione ma ora, al Vallarsa, resta solo la desolazione e l’insensatezza di azioni senza cognizione di causa: sono infatti stati risparmiati dalla recisione alberi soffocati dall’edera, arbusti rinsecchiti, rami spezzati e a penzoloni.

Le piante sono esseri viventi, che aiutano la qualità della nostra vita, mostrando una capacità che non ha eguali in natura di entrare in simbiosi con l’uomo, gli animali, il terreno, funghi e microorganismi secondo un’intelligenza che sfugge alla nostra capacità di comprensione ma il risultato che ci hanno consegnato al nostro parco le imprese del verde e coloro che hanno autorizzato questi interventi devastanti è davvero desolante: scheletri senza foglie e monconi senza vita. Un bambino non disegnerebbe mai alberi del genere.

Abbattere i nostri alberi così belli e vecchi è un delitto biologico e culturale e poi perché nessun amministratore o decisore politico non coinvolge anche i cittadini in questi provvedimenti ma agisce in modo assoluto? La sostenibilità per essere veramente tale deve essere democratica».













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