Troppo vicini a Bolzano, in città la moria di negozi
Commercio di vicinato. Le grandi catene sottraggono clienti ai piccoli esercizi locali Desolazione nel complesso Crosara: solo gli spazi con affaccio sulla strada sono occupati
Laives. Nell’arco degli ultimi mesi sono tre i negozi che hanno chiuso i battenti e, fatto preoccupante, senza che ci sia all’orizzonte qualcuno intenzionato a riaprirli. C’è chi ha chiuso per andare in pensione, ma anche chi l’ha fatto perché, evidentemente, le prospettive economiche non erano più favorevoli.
Sono segnali che il commercio al dettaglio, anche a Laives, sta attraversando una fase di sofferenza causata da vari fattori, primo fra tutti la concorrenza dei grandi centri commerciali di Bolzano, molto vicini a Laives. C’è poi l’e-commerce, il commercio online (come aveva sottolineato il titolare della profumeria Inge, chiusa a fine ottobre) che sta prendendo piede sempre più, specialmente fra le giovani generazioni. Certamente non manca qualche nota positiva, come l’arrivo in via Kennedy del negozio di scarpe Buratti, ma l’aria che tira nel complesso non è molto incoraggiante.
Consapevole delle difficoltà, il sindaco Christian Bianchi tempo fa aveva lanciato un appello ai commercianti di Bolzano che a loro volta combattono ogni giorno contro la concorrenza spietata dei centri commerciali e delle grandi catene: «Venite a Laives, una realtà sicuramente interessante dal punto di vista commerciale, essendoci ancora tabelle merceologiche scoperte e quindi spazi interessanti da sviluppare». Per ora, come detto, gli unici a raccogliere questo appello sono stati Buratti, in via Kennedy, una minuscola gelateria lungo la stessa strada e un negozio di frutta e verdura in via Pietralba. Tutti a ogni modo hanno aperto in spazi abbandonati da altri commercianti, quindi non si può parlare certo di una vera crescita del comparto.
Desolante anche lo scenario nel complesso “Crosara”, in pieno centro, che nelle intenzioni doveva diventare un piccolo centro per gli acquisti nel cuore della città. Lì, alla base del fallimento commerciale c’è probabilmente l’errata concezione architettonica, che ha portato ad avere una serie di spazi commerciali rivolti verso l’interno del complesso invece che su via Kennedy, col risultato di renderli praticamente invisibili. Così quasi nessuno ha ancora aperto i battenti: ad oggi, gli unici che funzionano, guarda caso, sono quelli con affaccio sulla strada invece che verso il cortile interno.
Sostenuti dall’Unione commercio, gli operatori del settore continuano a proporre iniziative di promozione del commercio di vicinato, nella consapevolezza che se questo dovesse morire sarebbe un danno per l’intera collettività. In questo periodo c’è il concorso che mette in palio un’automobile, senza scordare i venerdì lunghi estivi, i gerani e gli scontrini a scuola.