Ultime battute per la ciclabile verso la stazione

Laives. Per completare la pista ciclabile fra la città di Laives e la stazione ferroviaria mancano ancora una decina di metri nella parte finale, di fronte al deposito militare in fondo a via...



Laives. Per completare la pista ciclabile fra la città di Laives e la stazione ferroviaria mancano ancora una decina di metri nella parte finale, di fronte al deposito militare in fondo a via Stazione. Lì è previsto un attraversamento per raggiungere il lato opposto e arrivare quindi alla stazione ferroviaria. «L’ingegner Giacomoni, al quale abbiamo affidato l’incarico progettuale – spiega il vicesindaco Giovanni Seppi – ha il compito di progettare quest’ultimo tratto, poche decine di metri fin davanti alla stazione ferroviaria. Il proseguimento verso la zona Cervo sarà realizzato invece usando il sottopasso stradale, dove la ciclabile sarà a carattere promiscuo, non essendoci alternative».

Laives quindi concluderà a breve il suo “compito per casa”, mentre rimane ancora da sbrogliare il nodo del proseguimento della pista ciclabile in zona Cervo – territorio comunale di Vadena – per arrivare fino all’argine dell’Adige, dove passa la ciclabile provinciale per Bolzano e per la Bassa Atesina. Qualche tempo fa se n’era occupato il consiglio comunale di Vadena, che aveva discusso l’ipotesi di una pista ciclabile che fiancheggiasse, rimanendone fisicamente separata, la stradina privata “Cervo”. Questa ipotesi però era stata bocciata dalla maggioranza dei consiglieri di Vadena e quindi accantonata. Laives in tutto questo non ha competenza, ma il vicesindaco, che si era speso presso i proprietari privati della stradina Cervo per giungere a una soluzione, dice di credere «nel valore della stretta di mano a fine trattativa». Così infatti Seppi: «Qualcuno del Comune di Vadena non ha agito onestamente, altrimenti in zona Cervo ci sarebbe già il cantiere per costruire la bretella pedociclabile. Ad ogni modo, l’iter è ripartito e una soluzione dovrà essere trovata».

Ricordiamo che due erano le ipotesi in ballo: una pista separata e parallela alla stradina Cervo, oppure la soluzione promiscua, con la pista ciclabile realizzata sulla stradina stessa, soluzione più pericolosa per i ciclisti e sconsigliata dai tecnici dell’Ufficio strade provinciale. «Certo, la soluzione promiscua sarebbe da evitare – dice Seppi – ma abbiamo anche esempi in provincia di ciclabili realizzate su sedimi stradali, tenuto conto che la stradina Cervo è privata».













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