il caso

Mascherine cinesi, dopo la richiesta di processo i legali di Oberalp ribattono: “Annullate gran parte delle accuse”

La nota della difesa: “Per quelle che restano confidiamo nell'udienza davanti al gup”

LA NOTIZIA. Chiesto il rinvio a giudizio per Zerzer, Engl e Franzoni



BOLZANO. "Le indagini hanno portato all'annullamento di gran parte delle accuse", mentre, "per quanto riguarda le restanti accuse di frode in relazione a forniture pubbliche e di truffa ai danni dell'azienda sanitaria e della protezione civile nazionale - accuse infondate e sempre smentite - si confida nel loro annullamento davanti al giudice dell'udienza preliminare". Lo scrivono gli avvocati Gerhard Brandstätter, Karl Pfeifer e Florian Brandstätter, in una nota diffusa per conto di Christoph Engl e dell'Oberalp A.G dopo la conclusione delle indagini sui dispositivi di protezione Covid della procura della Repubblica di Bolzano con la richiesta di rinvio a giudizio, fra altri, dello stesso Engl.

Tutte le indagini contro il presidente della società Heiner Oberrauch, il direttore commerciale Stefan Rainer e il responsabile dei servizi finanziari Manuel Stecher sono state archiviate - prosegue la nota - così come le indagini della Procura di Bolzano sulle attività in oggetto della Oberalp nel Land del Tirolo e con la Croce Rossa austriaca. Anche le indagini contro l'amministratore delegato dell'Oberalp, Christoph Engl, e le altre persone coinvolte nelle indagini per turbativa d'asta sono state definitivamente archiviate".

"Vale la pena ricordare - aggiungono i legali - che, in una situazione di emergenza, l'Oberalp aveva intermediato in Cina la fornitura di materiale protettivo per l'Alto Adige, conteso in tutto il mondo, dove scarseggiavano altri dispositivi di protezione. L'Oberalp non ha mai importato questo materiale, come è stato ripetutamente rappresentato in modo non veritiero dalla stampa, nonostante i fatti dimostrabili". "Il materiale protettivo sotto inchiesta è stato comunque utile nell'emergenza e, se in seguito sono state scoperte delle carenze, queste non erano certo prevedibili o conosciute in anticipo durante le ore e i giorni drammatici dell'epidemia", si legge ancora nella nota.

"L'Oberalp non è mai stata responsabile per il controllo di idoneità e di qualità dei dispositivi di protezione medici", ma "nella situazione di emergenza ha solo messo a disposizione i suoi contatti in Cina e si è addirittura fatta carico di un prefinanziamento degli importi di svariati milioni di dollari su richiesta urgente della giunta provinciale in cambio della promessa di un rimborso immediato; ancora oggi la Oberalp è in attesa del rimborso di un importo di oltre 25.000.000,00 di euro più gli interessi, con grave pregiudizio anche per le sue attività aziendali", concludono gli avvocati.













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