«È il momento di riprogettare la mobilità»

Merano. Recentemente il gruppo meranese di Fratelli d’Italia ha deciso di rivolgere le proprie attenzioni al tema della tutela ambientale, funzionalmente a un attacco politico (“ambientalismi...



Merano. Recentemente il gruppo meranese di Fratelli d’Italia ha deciso di rivolgere le proprie attenzioni al tema della tutela ambientale, funzionalmente a un attacco politico (“ambientalismi esasperati che creano ostilità ingiustificate verso gli automobilisti”, scriveva Alfonso Ponticelli nel relativo comunicato stampa). A rispondere all’accusa è Madeleine Rohrer, l’assessora competente: «Questa dichiarazione può essere dovuta solo a informazioni mancanti, perciò mi preme trattare l’argomento con maggiore specificità per permettere un dibattito trasparente sulla mobilità».

Innanzitutto Rohrer fornisce la cornice entro la quale muoversi. «La misura media annuale di NO2 (biossido di azoto, ndr) non deve superare i 40 microgrammi per metro cubo. Ogni anno, purtroppo, i livelli di guardia vengono superati, anche a Merano. Fra l’altro, l’Italia è il primo paese dell’Unione Europea per morti premature da NO2. Secondo il catasto provinciale delle emissioni, a produrre la maggiore quantità di NO2 presente nell’aria a Merano è il traffico stradale (53 per cento). Nelle strade-canyon, cioè nelle vie ad alta densità edilizia e di traffico, la circolazione può essere responsabile anche del 70 per cento della concentrazione di NO2. A Merano, tra metà marzo e metà aprile, in pieno lockdown, l’agenzia per l’ambiente della Provincia ha misurato alle stazioni fisse un dimezzamento del valore di NO2 rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti».

Il programma provinciale per l’abbattimento dell’inquinamento dell’aria è la base delle strategie del piano del traffico comunale. Le misure su cui punta il programma e, di conseguenza, il Put, sono lo sviluppo del trasporto pubblico, delle piste ciclabili, della mobilità a piedi. «I divieti di circolazione – riprende l’assessora all’ambiente e alla mobilità – sono previsti solo se il Comune non si impegna abbastanza con strategie di contenimento delle emissioni, solo, cioè, se i valori che garantiscono la salute delle persone non rimangono entro i limiti consentiti dalla legge. L’amministrazione investe anche nella riduzione delle altre fonti di inquinamento dell’aria, vale a dire ad esempio la nuova centrale a biomassa, costata 10 milioni di euro. Riuscirà a sostituire ulteriori fumaioli privati. Bisogna ricordarci però che se i camini emettono sostanze nocive a un’altezza di 30 metri, quelle prodotte dalle automobili vengono emesse direttamente all’altezza dei nostri polmoni, e ancor di più all’altezza di quelli dei bambini».

Quale futuro per la mobilità? È questa la domanda cui le amministrazioni comunali del mondo stanno cercando di dare risposte dopo l’avvento del coronavirus. «Sarà necessario ripensare a nuovi strumenti per abbattere i valori di NO2, perché l’utilizzo dei mezzi pubblici, ad esempio, subirà probabilmente una riduzione: da una parte tanti cittadini, per limitare i rischi di contagio, avranno il timore di usare il trasporto pubblico; dall’altra, le misure di contenimento e le limitazioni imposte agli autobus non consentiranno di fornire il servizio messo in opera finora. Risultati come l’incremento del 41 per cento di utenti sulla linea 6 dal 2018 al 2019 saranno dunque improbabili. Per questo, più che mai, sarà necessario promuovere una mobilità sostenibile e a impatto zero, a piedi e in bicicletta», conclude Rohrer.













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