Il caso

A Merano gli studenti finiscono nei container

Sono stati montati nel parcheggio delle scuole Gandhi i prefabbricati che dovranno sopperire alla mancanza di aule a fronte di un aumento degli iscritti. L’intreccio politico: Urzì (FdI) attacca Vettorato (Lega) 



MERANO. I problemi di spazio dell’istituto Gandhi (le superiori di lingua italiana che raggruppano licei e Ite con indirizzo amministrazione, finanza e marketing) adesso hanno anche una base e un’altezza: sono quelle dei container apparsi nel parcheggio dello school village di via Wolf. Ospiteranno gli studenti che non troveranno alloggio negli edifici del complesso. Una questione lamentata da anni dalle stesse autorità scolastica, e una soluzione preconizzata qualche settimana fa: questo raccontano le installazioni provvisorie, in attesa dell’ampliamento atteso non prima dell’anno scolastico 2022-2023.

Un’ottantina, stando ai dati forniti a inizio mese, i ragazzi in più che frequenteranno l’istituto, principalmente nelle prime classi.

La risposta alla mancanza di spazi con i prefabbricati non è una novità, tuttavia rappresenta in modo concreto un tema di cui discute da anni. Le aule provvisorie, dotate di servizi igienici, verranno utilizzate a rotazione.

E i container hanno già innescato una polemica politica, fra l’altro con una sfumatura paradossale. Sulla questione è intervenuto Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Fratelli d’Italia, presentando un’interrogazione in cui chiede a Giuliano Vettorato, assessore leghista della squadra di Kompatscher. Proprio mentre FdI ha chiesto la mano alla Lega per un candidato sindaco unico (salviniano) alle prossime elezioni comunali.

«Una misura tampone – così Urzì bolla i prefabbricati - non degna di una provincia come la nostra che si vanta di essere sempre la prima della classe e che invece si appresterebbe a mettere i ragazzi nei container. Una soluzione inaccettabile per noi».

Vettorato dovrà rispondere a una serie di quesiti presentati da dal leader provinciale di FdI: quante saranno le classi che dovranno seguire le lezioni nei container (verosimilmente due) e quanti saranno gli studenti interessati, se negli istituti scolastici attigui vi siano aule disponibili e per quale ragione si sia fatto ricorso ai prefabbricati invece di provare a reperire una soluzione migliore. «Stupisce – conclude Urzì nella nota al veleno – come l’assessorato alla scuola in lingua italiana si sia fatto trovare impreparato di fronte ad una più che prevedibile crescita della popolazione scolastica nel bacino d’utenza meranese. I prefabbricati ed i loro spazi claustrofobici non possono rappresentare una soluzione ottimale al problema, tanto meno durante una pandemia quando maggiore dovrebbe essere il distanziamento tra i ragazzi in classe».













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