A Sinigo striscioni e proteste: «Basta pesticidi in agricoltura» 

La battaglia dai balconi e via internet. Scritte sulle case e appelli per regolamentare l’uso delle sostanze, per far controllare modalità, orari di irrorazione, distanze dalle case richiamando la delibera provinciale del 2014 


Jimmy Milanese


Merano. Dopo la protesta di qualche anno fa dei cittadini di Malles Venosta contro i pesticidi usati in agricoltura, protesta sfociata in un referendum comunale che ne limitò l’uso aprendo un caso approdato sui banchi del Parlamento europeo, anche Sinigo inizia la battaglia contro l’irrorazione dei campi con sostanze chimiche che si teme causino problemi agli abitanti e per la regolamentazione dell’uso di sostanze, delle modalità e degli orari di impiego, delle distanze da case e centri abitati. Norme che, spiegano i cittadini di Sinigo, ora non sarebbero per nulla rispettate.

Viste le restrizioni agli spostamenti nell’emergenza coronavirus, la protesta non si esprime con manifestazioni e sit-in, ma viaggia in rete e sui balconi delle abitazioni. “No pesticidi” è lo slogan che campeggia scritto su teli appesi su molte facciate di abitazioni a Sinigo, scritto, appunto, da cittadini che lamentano problemi respiratori collegati all’inizio delle irrorazioni primaverili di pesticidi e sostanze che si spingono fin dentro le case, nonostante le prescrizioni provinciali risalenti alla delibera 817/2014, che impongono un “uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”, con il divieto di utilizzo di prodotti classificati “tossici, molto tossici e/o recanti le etichette di rischio... a distanze inferiori a trenta metri dalle aree frequentate dalla popolazione”.

Chi risiede a Sinigo nelle case sorte a ridosso dei meleti non ci sta: “Quei 30 metri non sono mai rispettati, e poi quei trattori diesel fanno un rumore infernale”. Una situazione che sta dividendo residenti e agricoltori, situazione in cui si inserisce il timore che, tra i prodotti utilizzati da alcuni contadini, vi sia il Clorpirifos Metile, peraltro diffuso in Italia, sostanza ufficialmente vietata dall’Unione europea nel 2019 ma bandita solo a partire dal 16 aprile di quest’anno e nel frattempo acquistabile e utilizzabile. Fra le voci contrarie all’uso della sostanza c’è quella di Karl Bär (responsabile dell’Istituto per l’ambiente di Monaco di Baviera) che afferma che questa sostanza è “rischiosa per lo sviluppo dei bambini”. Ed ecco che in questi giorni gli abitanti di Sinigo sono saliti sulle barricate, anche in considerazione del fatto che proprio a Sinigo il Comune ha previsto la costruzione di una cittadella dello sport che sarà completamente circondata da meleti.

Tra le scritte su striscioni e lenzuoli appesi a finestre e balconi, qualcuno sostiene che ci sono soluzioni alternative ai pesticidi e invita a ricorrere a "microorganismi effettivi”.

E la protesta insiste sul presunto mancato controllo da parte delle autorità della conformità delle irrorazioni alle indicazioni contenute nella delibera provinciale del 2014, la delibera che tra l’altro precisa come la sorveglianza sia competenza condivisa dallo Stato, dalla Provincia e dalle autorità comunali, le quali hanno gli strumenti e le possibilità per recarsi nei campi e controllare che tutti i protocolli sull’uso di prodotti fitosanitari vengano rispettati, affinché il principio stesso della normativa provinciale, “l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”, trovi applicazione fin da questi giorni in cui a tutti sono già richiesti pesanti sacrifici.

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