Affitti calmierati e spazi aggregativi Giovani al centro

Merano. Il Piano sociale 2020-2022, presentato l’altro giorno dalla giunta durante un’apposita conferenza stampa, è il risultato di un processo partecipativo il cui primo vagito risale al settembre...



Merano. Il Piano sociale 2020-2022, presentato l’altro giorno dalla giunta durante un’apposita conferenza stampa, è il risultato di un processo partecipativo il cui primo vagito risale al settembre del 2018, quando al Kimm oltre cento cittadini si sono riuniti per un brainstorming, un primo abbozzo delle idee da considerare nella redazione del documento.

Colpiva, in quell’occasione, che nonostante il gruppo di lavoro dedicato di giovani non ce ne fosse manco uno, fatto salvo l’allora presidente della consulta Daniele Di Lucrezia. Ed è proprio questo l’elemento evidenziato in conferenza stampa dal vicesindaco e assessore competente Andrea Rossi: «A Merano i giovani sono pochi e sono poco visibili rispetto ad altre categorie sociali. Perciò il primo passo da fare è riconoscere la loro presenza». Così anche Karl Gudauner di Chiron formazione e ricerca: «Sono meno visibili forse perché si sentono meno coinvolti nella vita cittadina e hanno meno spazi».

Di qui, all’interno del Piano, l’importanza attribuita agli spazi e all’orizzontalità, alla possibilità cioè che i giovani possano trovare luoghi e modi per collettivizzarsi in autonomia senza passare per la gestione adulta dei centri giovanili. «Per i giovani cerchiamo uno spazio per la gestione autonoma di manifestazioni – riprende il vicesindaco –, anche indipendentemente dai centri giovanili. Abbiamo inoltre fatto un sopralluogo al macello civico per verificare un possibile uso dei locali che alla struttura non servono». Quindi, la casa. Affitti esosi, redditi troppo “alti” per risalire la china delle graduatorie Ipes. «Abbiamo preso esempio da Bolzano, col convitto Rosenbach (nella foto) riattato a cohousing dove a un affitto calmierato corrisponde la richiesta di prestazioni sociali».

Come l’abitare, anche il tema dell’aggregazione nei quartieri è trasversale a più comparti del Piano. Nell’ambito del decentramento, quindi, il “fare rete” per creare luoghi d’aggregazione, «per esempio come l’Upad ha fatto e continua a fare in piazza San Vigilio, con la sala Balzarini, come il Comune sta cercando di fare a Sinigo in sinergia con anziani, scout, Ipes e altri attori sociali, e come si potrà fare in futuro recuperando l’ex piccolo Conad dell’Ipes nel rione Santa Maria Assunta». S.M.













Altre notizie

Attualità