Ancora liquami nel Passirio «Multare? Non è facile» 

La schiuma nel fiume. L’ispettorato forestale: la neve caduta tardi alla base del problema Segnalazioni anche nei torrenti di Sinigo: patine di sporcizia e rifiuti ingombranti nell’acqua


Simone Facchini


Merano. Segnalazioni di patine di sporcizia nel rio Sinigo erano giunte all’ispettorato forestale attraverso gli uffici comunali. Le guardie sono risalite lungo il percorso del torrente fino a individuare l’origine del problema in un campo ad Avelengo: un mucchio di letame. Tramite le piogge, le sostanze erano state trasportate fino al corso d’acqua. Lo racconta Peter Klotz, direttore dell’ispettorato forestale di Merano.

Quello di Sinigo è un caso meno vistoso ma può spiegare quanto ultimamente avviene sotto gli occhi di tutti, interessando il Passirio nel suo tratto cittadino. Soprattutto dove l’acqua rallenta, la schiuma è evidente: per esempio poco dopo la cascatella della Gilf, o all’altezza di ponte Romano, oppure ancora poco prima dell’accesso al fiume dalla sponda della passeggiata d’Inverno.

Neve complice.

I contadini sono ovviamente autorizzati a spargere il letame sui pascoli. Spesso i prati sono cosparsi con i liquami. Quando piove, terreni argillosi e torbiere sono complici dello scorrimento delle sostanze verso i corsi d’acqua. Anche le canalette lungo le stradine forestali contribuiscono a far defluire le sostanze. Che finiscono poi nel torrente maggiore, in questo caso il Passirio. Le cui schiume in superficie sarebbero dunque da ricondurre a questo fenomeno che origina in val Passiria. «Si tratta comunque di un fenomeno temporaneo e le sostanze non sono velenose», tranquillizza Klotz. «La neve caduta tardi anche a bassa quota ha giocato il suo ruolo».

Molti agricoltori avevano già concimato. Lo scioglimento della neve ha trascinato verso valle le sostanze. «Sanzioni? È vietato spargere il letame quando ancora c’è neve, non dopo. Noi svolgiamo i controlli. E comunque c’è un fatto: la procedura per sanzionare smaltimenti illeciti nei corsi d’acqua prevista dalle norme è parecchio farraginosa. E la sua efficacia incerta. Per esempio abbiamo denunciato lo smaltimento di cadaveri animali sia a Lauregno sia in Val Passiria, ma le conseguenze giuridiche sono state di scarsa consistenza».

Confluenza e Sinigo.

Un altro è il discorso per i rifiuti, in certi casi anche ingombranti, abbandonati nell’alveo di torrenti e fiumi. Le operazioni di raccolta e pulizia spesso promosse da volontari e associazioni rivelano situazioni inquietanti. «Ovviamente per sanzionare è necessario individuare il responsabile», spiega Klotz. Lasciando intendere che la repressione, con le norme attuali, non starebbe funzionando e che ci vorrebbe un cambio di marcia delle diverse autorità competenti in materia. Il riferimento è alle sponde del Passirio vicino alla confluenza con l’Adige, dove affaccia l’area dell’ex campo nomadi ora trasferito a breve distanza. Secondo un calcolo di Fratelli d’Itala, che ha spulciato nelle delibere, in meno di un anno per ripulire l’area sono stati spesi oltre 16 mila euro.

Ma il problema, tornando a Sinigo, attanaglia anche il rio Nova: pure in questo caso i liquami fanno il paio con rottami di vario genere, si scorgono carcasse di biciclette, pneumatici e un vasto repertorio di immondizia. Corsi d’acqua usati come pattumiere, con grave danno per l’ambiente.

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