Anziani, emergenza alloggi: mancano oltre 150 posti letto 

Sociale e terza età. Presentato il nuovo Piano: entro sei anni i 365 letti contati a fine 2018 dovranno salire a 521 Tra le misure previste, l’aumento delle ore per l’assistenza. Frötscher: «Per la lista unica siamo sulla buona strada»



Merano. Sono 521 i posti letto nelle strutture per la terza età che secondo il nuovo Piano sociale dovranno essere disponibili per il 2025. A guardare la fotografia di fine 2018, però, al momento ce ne sono solo 365. L’ampliamento delle possibilità di alloggio per anziani è solo una delle oltre ottanta misure individuate nel piano presentato ieri in conferenza stampa e che ora dovrà passare tra le maglie della commissione e quindi tra quelle – verosimilmente molto più strette, visto l’approssimarsi a rotta di collo delle amministrative – del consiglio comunale.

Oltre 6 milioni di euro.

I costi stimati per l’attuazione delle misure sarebbero pari a 6,5 milioni di euro. Chiaramente questa è solo la cifra a carico del Comune, fatti salvi gli investimenti di altri enti e istituzioni, e tenendo conto del passo lungo di molte delle iniziative in programma. Alcune sono a costo zero, come la razionalizzazione delle risorse, mentre per altre i preventivi lievitano parecchio, per esempio l’operazione ex Bersaglio o l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Il piano 2020-2022 è il risultato di un processo partecipativo il cui primo vagito risale al settembre del 2018, quando al Kimm oltre cento cittadini si sono riuniti per un brainstorming, un primo abbozzo delle idee da considerare nella redazione del documento.

Le misure per la terza età.

Quattro i macrotemi sotto la lente del gruppo d’indirizzo guidato da Sabine Raffeiner, direttrice dell’Ufficio servizi sociali: anziani, famiglie, giovani e il settore migrazione-integrazione-convivenza. Quattro categorie deboli, ognuna per ragioni diverse, anche se per numerosità e visibilità è quella che raccoglie gli over 75 a catalizzare maggiormente l’attenzione della cittadinanza.

Nel 2016 era stato previsto un fabbisogno di 410 posti letto nelle strutture per anziani, ma due anni dopo, nel 2018, il numero era ancora fermo a 365. Per il 2025 bisognerà arrivare a 521, se si vorrà soddisfare la richiesta, convincendo altri enti ad attivarsi in questo senso. Intanto, il prossimo marzo sarà aperto ufficialmente il San Giuseppe, mentre per quanto riguarda il Sant’Antonio Frötscher punta a un adeguamento alla richiesta della popolazione, e quindi il passaggio dagli attuali 72 a 100 posti letto. Ma la struttura di via Cavour è di proprietà della Provincia: sarà da vedere la disponibilità di quest’ultima.

Sembra invece a buon punto l’iter per l’istituzione di un’unica lista d’attesa per le strutture residenziali, caldeggiata da tempo da Comune e Fondazione Pitsch.

Fra le misure contenute nel piano, poi, l’ampliamento delle forme di assistenza e una spinta all’assistenza domiciliare e nei centri diurni con l’aumento della disponibilità di ore (già pianificato nella gara in corso e attuabile verosimilmente da febbraio) e con la nascita di punti di aggregazione, cura e ristoro aggiuntivi rispetto all’unico ora esistente, quello di via Huber, per il quale si vuole estendere l’apertura anche al sabato. Il documento mette nero su bianco, inoltre, la volontà di migliorare l’assistenza post ricovero ospedaliero. S.M.













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