Artisti di strada ai margini: «Siamo stati  dimenticati» 

Ripresa, ma non per tutti. Zero incassi per due mesi e mezzo e categoria esclusa dagli aiuti. L’appello dei performer al Comune: «Fateci ripartire. Aria aperta e segnaletica per il mantenimento  delle distanze, ci sono le condizioni per garantire la sicurezza di tutti»


Jimmy Milanese


Merano. «Perché il Comune non ci permette di ripartire?». Questa la domanda di un gruppo di artisti di strada meranesi all'amministrazione municipale che questa sera sarà portata alla attenzione della seduta del consiglio comunale, in un ordine del giorno proposto da Francesca Schir, la quale ha raccolto la protesta dei protagonisti che a gran voce chiedono di poter ritornare ad esibirsi in strada.

Infatti, di tutte le categorie dei lavoratori, gli artisti di strada rappresentano di certo una di quelle che maggiormente hanno subito il lockdown e le limitazioni alle attività. Per oltre due mesi e mezzo zero incassi e nessuna delle misure varate dal governo o dagli organi territoriali che abbia interessato quegli artisti che contribuiscono a rendere i centri cittadini più vivaci. «Non c'è cosa più bella che passeggiare per la città ed essere accompagnati dalla musica, fermarsi per ascoltare una canzone, gustare opere pittoriche o d'arte», scrive Schir nel suo ordine del giorno indirizzato al primo cittadino. Infatti, sulla base delle disposizioni emanate dalla Provincia nella sua recente legge che permette la riapertura delle attività, si spiega come a decorrere dall'11 maggio anche le attività artistiche e culturali avrebbero potuto ripartire, a condizione che sia possibile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. Misure che prevedono, per le esibizioni all'aperto, il rispetto di una distanza interpersonale di sicurezza di due metri e, soprattutto, una ordinanza preventiva della amministrazione comunale che dia il via alla ripartenza.

Distanze.

A questo proposito, sembra azzeccata la osservazione di Naimana Casanova, apprezzata cantante lirica genovese da anni ormai in città: «Potrebbe essere più pericoloso entrare in un negozio, rispetto che assistere a una esibizione di un artista di strada, anche perché come tutti gli artisti sanno, nel corso delle nostre esibizioni c'è sempre una certa discrezione da parte del pubblico che non si assembra ma, piuttosto, mantiene normalmente una certa distanza di sicurezza. La quale, ovviamente, noi faremmo rispettare anche mettendo cartelli esplicativi».

Insomma una discrezione, quella verso gli artisti di strada, che ora potrebbe tornare utile, proprio in quanto uno spettacolo all'aperto, scrive Schir, si svolge in una condizione che «permette di rispettare tutte le condizioni di sicurezza». Senza contare che, fa osservare Casanova, «vista l'impossibilità ora e la difficoltà in seguito di viaggiare da regione a regione, oltre al fatto che molti artisti meranesi di valore ora non stanno lavorando, aprire alla possibilità di esibizioni sulla strada potrebbe facilmente indurre questi artisti ad esibirsi in piccoli concerti all'aperto». In altre parole, la città potrebbe diventare un importante palco per tutti quegli attori, musicisti e performer che di solito sono abituati ad esibirsi nei teatri, ma che in questa situazione potrebbero essere motivati a proporre la loro arte in strada. In questo senso, quindi, la richiesta è quella di integrare l'attuale Regolamento Arte di strada con le norme da seguire, magari estendendo la possibilità di esibizione anche sulle passeggiate, finora interdette, dove però il distanziamento sociale potrebbe essere garantito senza alcun problema.

Segnaletica.

L'idea degli artisti, suggerita alla amministrazione comunale, è quella ottenere il permesso di esibizione sul terreno comunale, previo posizionamento di una adeguata segnaletica, oltre alla indicazione sul pavimento stesso delle aree di osservazione, affinché non si generino assembramenti. Il tutto, magari con un tocco di fantasia che potrebbe trasformare questa situazione fuori dal comune in una nuova forma comunicativa. Il pensiero va subito a Jordi Beltramo, l’artista factotum che da anni è anche anima e corpo della rassegna Asfaltart, apprezzato ormai in tutto il mondo come mimo e creatore di spettacoli di fantasia da piccoli momenti della quotidianità. «Non lavoro dal 6 gennaio, e questo sta diventando un problema economico e anche motivazionale, perché quello che non si vede ora è una prospettiva, se non quella di dovere trovare un altro lavoro, in una situazione dove il lavoro non c'è», spiega Jordi. Una situazione al limite resa ancora più drammatica dal fatto che «tante sono state le promesse arrivate dalle istituzioni, ma nessuna finora è arrivata in porto».

Dunque un tunnel alla fine del quale, però, rimane accesa una piccola luce che fa immaginare al nostro mimo come, appena sarà possibile ritornare ad esibirsi, mascherine, gel e tutto quello che ruota attorno alle normative sul distanziamento sociale, potrebbe diventare oggetto di gag, proprio per fare in modo che la fatica per il rispetto delle regolamentazioni venga sdrammatizzata. Una luce che si fa più chiara e limpida, in quanto nella mente degli organizzatori di Asfaltart – edizione prevista a giugno 2020 e già cancellata – c'è 'idea di proporre una giornata di spettacoli in città, magari verso settembre, con un numero ridotto di artisti e non oltre mille spettatori.

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