Campo nomadi, assegnate solo 7 delle otto casette 

Respinta per mancanza di requisiti una delle domande inviate agli uffici comunali Il trasloco delle famiglie dalla zona sotto il ponte della superstrada non è fissato


di Giuseppe Rossi


MERANO. Dieci anni per prevederne la collocazione e progettarlo, oltre un anno di lavori tra stop invernale e variazioni, quasi un milione di euro spesi. Ma ora che il campo nomadi realizzato dentro il letto dell’Adige tra confluenza e ciclabile per la Venosta è pronto, non sarà riempito. Solo 7 delle 8 abitazioni realizzate saranno a breve occupate da altrettante famiglie di sinti che hanno presentato domanda di assegnazione in Comune. Una delle otto domande è stata respinta per l’assenza del presupposto dei dodici mesi di residenza ininterrotta nel Comune di Merano da parte del richiedente. Le sette famiglie a cui è stato assegnata la casetta nel nuovo campo nomadi sono quelle di Keti Cari, Mairo Cavassa, Suellen Cari, Donna Helt, Gennaro Helt, Orchidea Helt e Manuel Karis. Intanto l’ottava abitazione rimarrà vuota.

Ogni lotto abitativo ricavato nel nuovo campo nomadi dispone di un alloggio, una tettoia sotto cui può essere posizionato il caravan dove la famiglia è abituata a trascorrere la notte e un secondo parcheggio. La capienza complessiva con le otto abitazioni assegnate è prevista in massimo 49 persone. Le famiglie aggiudicatarie dei lotti abitativi ora dovranno sottoscrivere il regolamento di uso e delle regole di vita nel campo. Le casette saranno assegnate di anno in anno e rinnovate e per accedere ogni famiglia dovrà versare al Comune una cauzione che il consiglio comunale determinerà nelle prossime settimane. Prima dell’assegnazione, ogni famiglia nomade dovrà sottoscrivere un contratto di concessione con il Comune. La data del trasloco delle famiglie dall’attuale collocazione sotto il ponte della superstrada non è ancora decisa. A premere, oltre al Comune che vuole sanare una situazione di degrado, c’è la Provincia. L’ufficio strade di Bolzano attende infatti da anni di mettere mano al cavalcavia che attraversa la confluenza Adige-Passirio per risanare il ponte in degrado e con guardrail e larghezza delle carreggiate non più in regola con i tempi e con le velocità di percorrenza delle auto. E il Comune vuole trasformare l’area occupata dal campo nomadi in un parco pubblico, dando attuazione al terzo dei progetti Interreg previsti per la rivitalizzazione delle sponde del torrente Passirio.













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