Il caso

Casa-albergo per lavoratori, il progetto resta fermo al palo

Prevista al posto dell’ex distributore di via Piave a Merano, da tempo in condizioni di degrado, è stata indirettamente congelata dal ricorso al Tar sulla nuova zona residenziale nel rione Maria Assunta: i fondi per i due progetti sono correlati


Simone Facchini


MERANO. La casa-albergo per lavoratori dovrà attendere, il futuro dell'ex distributore Agip di via Piave torna in alto mare. Questa volta per colpa, per certi versi indiretta, delle carte bollate: il ricorso di un gruppo di condomini contro la realizzazione di nuovi alloggi e di una strada a rione Maria Assunta ha bloccato un pacchetto di fondi pubblici tra i quali rientravano quelli per la ristrutturazione, l'innalzamento e la conversione della struttura che, abbandonata da decenni, un tempo ospitava benzinaio e officina.

Il freno.
«Nostro malgrado, l'iter per l'ex distributore viene rallentato» conferma Nerio Zaccaria. Un anno e mezzo fa l'assessore al patrimonio aveva illustrato il progetto per la costruzione di una casa-albergo al posto della struttura decadente di via Piave, acquisita a suo tempo dal Comune. Fallito il tentativo di trasformarla in bike point con una partnership pubblico-privato, a causa del mancato interesse degli imprenditori al bando proposto due volte durante la precedente legislatura, la giunta Dal Medico aveva virato puntando a dare una risposta al caro alloggi.

Si era parlato di realizzare una struttura «capace di andare incontro alle esigenze abitative di lavoratrici e lavoratori in difficoltà nel trovare un alloggio in riva al Passirio», obiettivo allora dichiarato alla presenza dell'Istituto per l'edilizia sociale Francesca Tosolini e del direttore generale Wilhelm Palfrader, dell'architetto Othmar Neulichedl e del collega Dietmar Hafner dell'Uffico tecnico dell'Ipes. Il finanziamento sarebbe stato sostenuto da una società partecipata della Provincia che avrebbe utilizzato patrimonio comunale e fondi di investitori prevalentemente pubblici.

L'intoppo.
Pareva che lo cose avessero preso la piega giusta, ma è piombato il bastone fra le ruote. All'inizio di quest'anno, il condominio La Pace ha impugnato al Tar di Bolzano la variante al Puc approvata in dicembre dal Comune per realizzare in via 1° Maggio, nel rione di Maria Assunta, una nuova zona residenziale e per alloggi per anziani (o comunque riservati a categorie deboli) sull'area di proprietà comunale sede in passato del canile municipale.

La decisione di proporre ricorso si fonda sul fatto che, con questo provvedimento, il Comune ha previsto anche la realizzazione di una nuova strada di collegamento tra via 1° Maggio e via Postgranz, che sarebbe ritenuta necessaria per fronteggiare l'aumento di traffico connesso alla nuova edificazione, inserendola in parte però anche nel giardino condominiale, e facendola poi correre lungo due lati dell'edificio a 5 metri dagli appartamenti. Il problema è che il finanziamento di questo progetto era correlato a quello per l'ex distributore di via Piave.

Il ricorso, dunque, frena tutto. E l'allora benzinaio rimane così, al momento e chissà per quanto ancora, preda di erbacce, degrado e verosimilmente incursioni di chi cerca un rifugio, visto che i pannelli che lo dovrebbero "sigillare" sono stati abbattuti in almeno due punti. Una fotografia dalle tinte grigie. L'esito del ricorso dovrebbe indurre l'amministrazione a decidere se riprendere la strada stracciata o smarcarsi, dividendo i due progetti.













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