Centro di riciclaggio, i tempi si fanno più lunghi 

La Municipalizzata dà priorità al trasferimento degli uffici da viale Europa  Per i rifiuti i meranesi dovranno continuare a recarsi a Lana almeno fino al 2020


di Giuseppe Rossi


MERANO. Se va avanti di questo passo rischia di fare concorrenza ai tempi biblici che sono stati necessari per costruire la Mebo, la superstada oggi insostituibile che collega Merano al capoluogo provinciale. Stiamo parlando del centro di riciclaggio che Azienda municipalizzata da cinque anni avrebbe potuto costruire dentro la striscia di terreno che separa la zona produttiva ex Bosin dalla Mebo, appunto. Tutto nasce nel primo decennio degli anni Duemila, quando il progetto per realizzare una zona produttiva al posto della vecchia caserma dismessa si realizza a metà. Uno dei due consorzi di artigiani si ritira dalla costruzione e lascia metà della superficie praticamente inutilizzata. A novembre 2010 per cercare un uso di quei terreni che il Comune aveva acquistato a peso d'oro dalla Provincia, si pensa a creare un centro riciclaggio per Asm. Ora come allora il centro di raccolta dei rifiuti è molto scomodo per i cittadini di Merano, costretti a portare rifiuti ingombranti, vetro, cartoni, elettrodomestici inutilizzati, legname e altri materiali nella zona industriale di Lana, una decina di chilometri da percorrere in auto tra andata e ritorno.

L'idea del centro riciclaggio solo per cittadini e non per aziende si concretizza a gennaio 2013, quando il sindaco Günther Januth firma la delibera con la quale consente ad Asm di permutare l'area ex Bosin con il proprio deposito mezzi a rione Santa Maria Assunta. Si tratta di quasi 4 mila metri di terreno da utilizzare in parte come area logistica per parcheggiare spazzatrici, cassonetti e container senza dover ogni giorni far la spola con Lana e in parte come centro riciclaggio, molto più comodo per i cittadini. Esclusi fin dall'inizio, a causa della vicinanza del rione Marlengo, la raccolta del verde e dei rifiuti bio.

Al tempo, il sindaco Januth prefigurò la conclusione della progettazione e l'avvio dei lavori entro il 2013. Tutto invece viene rimandato, a causa della burocrazia sostengono alla Municipalizzata. A dicembre 2016 vengono stanziati 850 mila euro da parte del Comune per i lavori, ma del nuovo centro riciclaggio ancora oggi non c'è traccia. Anzi, Asm ha deciso nei giorni scorsi di rinviare ulteriormente l'investimento, dando precedenza assoluta al trasferimento della sede aziendale da viale Europa al consorzio Cna, da dove presidente Hans Werner Wickertsheim e direttor Claudio Vitalini potranno ogni giorno ammirare quell'area recintata e abbandonata a pochi passi dalla Mebo. Prima in sostanza vengono le pretese della Provincia, che vuole libera la sede di viale Europa per allargare gli spazi della scuola superiore Fos Marie Curie, poi arrivano i cittadini di Merano che dovranno continuare almeno fino al 2020 a fare la spola con la zona industriale di Lana per smaltire i loro rifiuti correttamente e per non vedersi esplodere la fattura delle immondizie a causa degli svuotamenti extra il minimo conteggiato.

Ma non solo, i cittadini dovranno anche accollarsi i disagi creati dal trasloco degli uffici Asm, sicuramente meno raggiungibili in via Brogliati, piuttosto che in pieno centro città, a due passi dalla stazione ferroviaria, nel cui piazzale fanno sosta tutti i bus di linea della Sasa. Per Azienda municipalizzata una scelta quantomeno discutibile, che va ad aggiungersi ai malumori degli ultimi mesi da parte delle associazioni consumatori, che vedono nel servizio di raccolta e smaltimento rifiuti uno stallo preoccupante della raccolta differenziata, rifiuti bio compresi, in calo rispetto al 2016. Stallo che coinvolge anche gli investimenti sui presso container, i grandi contenitori di rifiuti accessibili con scheda magnetica che nei piani avrebbero dovuto sostituire i cassonetti unifamiliari e condominiali laddove si concentrano grandi utenze. Nel 2018 sono previsti appena due press container nuovi.













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