Merano. Nella valutazione dei 127 Comuni italiani che hanno aderito allo studio della Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab), presentato di recente a Torino, Merano ottiene quattro “bike smiley” su cinque. Un punteggio con importanti margini di miglioramento soprattutto sul versante dei collegamenti tra piste ciclabili, di cui la Fiab evidenzia il numero ancora esiguo e la frammentazione. Per mantenere la certificazione la città dovrà presentare una volta all’anno a Fiab l’elenco delle misure attuate per promuovere la mobilità ciclabile. Primeggia invece Bolzano, che con un punteggio pieno dimostra «un livello di mobilità ciclistica degno di una città nordeuropea», come si legge nel rapporto Fiab.

Motorizzazione e governance.

Punto di forza di Merano è il basso tasso di motorizzazione rilevato incrociando i dati di Agenzia delle Entrate, Provincia, Mit e Aci, con un’automobile ogni cinque residenti (21,5%). Il dato è in linea con la media europea e inferiore solo a Cavallino Treporti (comune sparso della città metropolitana di Venezia) e abbatte la media provinciale (62%). Vincenti si rivelano anche la moderazione della velocità del traffico e la pianificazione in corso. Se però gli obiettivi individuati dall’ingegner Stefano Ciurnelli nel Put non saranno centrati, gli “smiley” scenderanno. Buono il parametro della governance, con tre punti su quattro, sul quale influiscono la presenza di speedcheck mobili e l’intermodalità, cioè la rete di treni, autobus, funivie, servizio navetta, bike sharing e parcheggi.

Piste, turismo e comunicazione.

I tasti dolenti, però, ci sono. Il Put contempla una rete ciclabile che si estende per 38 chilometri. Le piste ciclabili sono in parte da risistemare, ad esempio nella parte superiore di via Leopardi, in parte sono da creare ex novo, come in via IV Novembre o come il collegamento fra via Garibaldi, via Petrarca e la parte superiore di via Toti. «Le infrastrutture – così la Fiab – sono di buona qualità, ma ancora frammentate e non estese: auspichiamo che si realizzi una rete continua su tutto l’abitato».

Nemmeno al parametro del cicloturismo va troppo bene, con appena due punti su cinque: «Il discorso della sostenibilità è più strutturato sulla mobilità pedonale, la città è più a misura di pedone. Per il cicloturismo risulta interessante però il programma del Comune per il futuro». Stesso voto pure per la comunicazione: la pagina web sul Put sola regge la valutazione («Pochi in Italia possono pregiarsi di una comunicazione web di tale levatura»), ma la bacchettata arriva quando si parla di coinvolgimento diretto della cittadinanza, povera se rapportata ad altri comuni presi in considerazione, e del coinvolgimento di funzionari dei paesi limitrofi, del tunnel di monte Benedetto, della reintroduzione dei bus nel centro cittadino.

«Questa certificazione – commenta l’assessora competente Madeleine Rohrer – è un riconoscimento per gli sforzi da noi fin qui compiuti e un ulteriore stimolo a proseguire sulla strada già imboccata».