«Commercio, senza aiuti tanti sono a rischio chiusura» 

Lockdown fino al 3 maggio. La rapidità delle forme di sostegno messe in campo sarà decisiva per la riapertura L’Unione cittadina guarda agli accordi sugli affitti tra i proprietari degli immobili e i gestori di bar, ristoranti e negozi


Sara Martinello


Merano. «Se gli aiuti promessi da governo e Provincia non arriveranno in tempo tanti esercenti potrebbero dover chiudere definitivamente le loro attività». L’allarme arriva da Joachim Ellmenreich, fiduciario comunale dell’Unione commercio. Che mette sul piatto una variabile non indifferente, l’apertura dei locatori ad accordi coi singoli gestori di bar e ristoranti rispetto alla corresponsione degli affitti, fatto salvo il credito d’imposta del 60 per cento previsto dal decreto Cura Italia che, va ricordato, ad oggi si limita al solo mese di marzo.

Effetti collaterali.

Tra bar e ristoranti si parla di centinaia di esercizi. Tre, quattrocento locali che saranno gli ultimi a riaprire e che – spiega il direttore provinciale di Confesercenti Mirco Benetello – ricoprono metrature ampie e si trovano in posizioni interessanti, con conseguenze sulle locazioni.

«Se si dovesse andare oltre il 3 maggio le difficoltà chiaramente cresceranno ancora. E se le forme di sostegno di cui si parla da settimane non arriveranno gli effetti collaterali ci saranno». Per “effetti collaterali” Ellmenreich intende possibili chiusure definitive, con ricadute su gestori e dipendenti. A cascata, sull’economia cittadina globale. «Per ora un primo passo verso la ricostruzione del tessuto commerciale sono gli accordi sugli affitti che i singoli esercenti possono stringere coi proprietari degli immobili. A patto che ci sia reciproca comprensione».

Responsabilità della politica.

Tra le firme della recente richiesta di maggiore autonomia decisionale avanzata dalle Regioni e dalle Province c’era anche quella del presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher. Potrebbe essere una richiesta opportuna, secondo Ellmenreich. «Beninteso, se i numeri ci daranno ragione, se avremo la prova di essere stati “bravi” a contenere il contagio. Le prefetture sono legate al governo, alla politica nazionale, mentre il Landeshauptmann in questo senso ha più libertà». Ma a differenza dei prefetti il Landeshauptmann ha anche un elettorato. E in Alto Adige ai rappresentanti di commercio e turismo è riconosciuto un ruolo di primo piano. «Sono certo che Kompatscher abbia messo sulla bilancia i benefici così come i rischi. Se ci fosse un effetto boomerang, un nuovo aumento dei contagi e dei ricoveri, Sarebbe lui il primo a pagare in termini di responsabilità. Per lui sarebbe politicamente devastante».













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