Comunali, la Lega scommette sull’ex ispettore di polizia 

Il candidato sindaco. Si chiama Antonio Battisti e sostituisce Sergio Armanini, il consigliere del gruppo tedesco La linea di Rita Mattei è di formare una giunta «più omogenea» di quella attuale, definita «un’ammucchiata di partiti»


Sara Martinello


Merano. Destituito Sergio Armanini, che ben intersecava i due gruppi linguistici, la Lega locale per la sua corsa solitaria sceglie un nome poco conosciuto. Più importante della notorietà cittadina sarebbe la professione svolta per quarant’anni, quella di ispettore capo della polizia di Stato con servizi per la Digos, nell’Anticrimine, in volanti e scorte, come confermato dalla spiccata attenzione al securetarismo durante l’intera conferenza stampa di presentazione. È il 61enne Antonio Battisti il nome che guiderà la lista della Lega meranese alle prossime amministrative.

Il candidato sindaco.

Dalla lunga esperienza in polizia Battisti – attivo nella Lega da due anni – trae lo spunto per evidenziare la propria competenza: «È fondamentale che un sindaco si assuma il dovere di avere rapporti molto stretti con le forze dell’ordine. Abbiamo creato una squadra in grado di gestire la città». Membro del coro Non nobis Domine e partecipante di iniziative di colletta alimentare, sottolinea «l’impegno della Lega nel sociale» e la propria intenzione di «valorizzare le associazioni culturali al pari di quelle sportive», con un occhio alla viabilità («finora l’attuale giunta ha pensato solo alle ciclabili»). Non manca il riferimento all’impalcatura patriarcale, la stessa che nel 2014 ha fatto scivolare Armanini: Battisti si sente un «cittadino altoatesino che vuole proteggere Merano come un gioiello, come farebbe un buon padre di famiglia».

C’è Salvini con la sicurezza, c’è Merano con la spinta ecologista di Rohrer. Interrogato su cultura e inclusione, il candidato risponde che per esporre il programma ci sarà tempo. Ma che cosa intende per “inclusione”? Persone con disabilità, nuovi concittadini, altre categorie? «Disabilità, stranieri, viabilità, tutto. Abbiamo preparato un buon programma», risponde.

I rapporti con l’Svp.

Si sa, tra i vertici dell’Svp e la Lega non corre buon sangue. Lo si è visto con l’accordo di governo tra 2018 e 2019, lo si è visto a Merano quando ancora si pensava che le amministrative sarebbero state a marzo. La coordinatrice cittadina Rita Mattei lo sa bene. «Ma questo non vale per l’Svp nel suo complesso», aggiunge. Una parentesi sulla vicenda online di Armanini citando l’Instagram story della collega Jasmin Ladurner che ha provocato lo sdegno di chi al posto suo, col lockdown alle porte, nel finesettimana avrebbe lavorato volentieri. Un affondo al Pd («Chi vuole fondare la propria politica sulla denigrazione evidentemente non ha altri argomenti») e uno ai Verdi, rei di un esasperante tira e molla in tema viabilistico.

La sostituzione di Armanini sarebbe dovuta a impegni lavorativi che per l’agente immobiliare dopo l’emergenza sanitaria si sono irrobustiti. Secondo Mattei la Lega ha trovato l’onda giusta: «Dal 2 per cento del 2010 siamo arrivati all’apoteosi delle europee 2019, quando oltre 26 meranesi su cento hanno votato per noi, con uno scarto di appena 200 voti dall’Svp». Alleanze? La destra, cioè Fratelli d’Italia, avrebbe rispetto alla Lega una differenza sostanziale: «Noi siamo autonomisti e territoriali, non ragioniamo su una contrapposizione tra italiani e tedeschi», precisa la consigliera provinciale. «Alleanza per Merano invece si spaccia per centrodestra ma non dimostra di esserlo, alleandosi con Balzarini in un’ammucchiata di partiti». La stessa definizione spetta alla giunta attuale, esecutivo che Mattei vedrebbe bene come una replica di quello di palazzo Widmann.













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