la musica fuori dai bar 

Confesercenti: «No alla città dormitorio» 

Il presidente Tibaldo chiede più elasticità ricordando il servizio pubblico reso dai locali



MERANO. «Il divieto, per i bar e i locali pubblici meranesi, di trasmettere musica all’esterno degli esercizi è un controsenso. Non si può, con tutto rispetto per chi vuol riposare, chiudere le luci alla città e ridurla ad un dormitorio. Probabilmente bisogna un po' adeguare il tipo di musica sulla base degli orari, cercando di non arrecare disturbo agli abitanti, ma spegnerla del tutto vuol dire strade semideserte, vuol dire quartieri dormitorio, vuol dire meno sicurezza per tutti». Federico Tibaldo, presidente della Confesercenti, critica il Regolamento di polizia urbana e la sua mancata modifica sulla questione. «Confesercenti, come associazione dei bar, pizzerie e ristoranti, da sempre è disponibile a trovare soluzioni con la pubblica amministrazione e le forze dell'ordine, cercando di andare oltre ai semplici divieti, nell’interesse delle categorie economiche e della cittadinanza», dice Tibaldo ricordando che «fra i locali molti sono coloro che aprono all’alba per fornire caffè e panini a chi inizia a lavorare presto. Dunque è un servizio a cittadini e clienti di passaggio e spesso sono luoghi di ritrovo e di aggregazione». Aggiunge che molti di questi locali «chiudono a notte tarda. Oltre a fornire un servizio di ristoro sono un luogo dove trovare rifugio nel caso di molestie, atti di bullismo, aggressioni. Anche questo è un bel servizio alle persone. Fare il barista e il ristoratore richiede molta professionalità, anche per le numerose norme da rispettare su alcolici, allergeni, fumo, igiene, toilette da pulire a fondo. Occorre fare formazione ai propri dipendenti, serve la capacità di rifiutare alcoolici a minori e soggetti già alticci non sempre facilmente individuabili. A volte servirebbe uno psicologo». Tibaldo continua ricordando come «la liberalizzazione delle licenze ha aumentato il numero di esercizi e diminuito il margine tra costi e ricavi, anche qualche bar ha chiuso, non solo i negozi». Il presidente della Confesercenti afferma ancora che «un po’ di musica può favorire l’affluenza di clientela, un po’ di “movimento” serale rende più viva la città e i quartieri, e aumenta la sicurezza per tutti, perché le vie e le piazze deserte non sono sicure. Senza entrare nei dettagli tecnici, è chiaro che la musica è varia: si può spaziare dall’hard rock al quartetto di flauti e arpa. Credo che una soluzione sia possibile: basta che prevalga quel buon senso che spesse volte è mancato nei nostri amministratori». (e.d.)













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