“Cuore di Bimbo” viaggia in Europa per imparare

Naturno. Maria Pawlus, socia e componente del direttivo di Cuore di Bimbo di Naturno, ha potuto rappresentare l'associazione alla recente riunione di lavoro dell'Echdo, l’organizzazione europea che...



Naturno. Maria Pawlus, socia e componente del direttivo di Cuore di Bimbo di Naturno, ha potuto rappresentare l'associazione alla recente riunione di lavoro dell'Echdo, l’organizzazione europea che si occupa di malattie cardiache congenite. L’incontro si è tenuto in Islanda. Nello scambio di esperienze e conoscenze con i colleghi stranieri è emersa ancora una volta l’esistenza di una moltitudine di diversi difetti cardiaci congenite, e l’Alto Adige non ne è escluso, e che le situazioni complesse sono in aumento. Sempre più spesso si rende necessario un intervento di catetere cardiaco o un'operazione con l'uso della macchina cuore-polmone. Si stanno mettendo a punto procedure chirurgiche in grado di evitare ai bambini l’impianto di una valvola e l’assunzione di farmaci in attesa di diventare un giovane adulto, capace di accogliere eventualmente una protesi di dimensioni definitive. Si tratta di una prospettiva che suscita grande interesse nell’ottica di migliorarne la qualità di vita dei malati. La maggior parte di questi interventi non può essere garantita in Alto Adige e Cuore di Bimbo auspica che la collaborazione con partner internazionali rimanga sempre aperta, affinché i pazienti cardiopatici possano ricevere le migliori cure possibili. «L'Alto Adige può imparare molto da altre realtà», affermano i responsabili dell’associazione. Il presidente di Cuore di Bimbo Alto Adige, Ulrich Seitz, ricorda che conoscere il cuore di un bambino cardiopatico che diventa adulto, condividere le difficoltà che potrebbe incontrare e le soluzioni a disposizione è essenziale, come l’impegno dei sanitari, delle associazioni e delle istituzioni, che devono allargare il dialogo e sviluppare sinergie. Con la consapevolezza che, oltre a curare, sia necessaria la disponibilità di un team di specialisti che segua il paziente in un sistema integrato di servizi di eccellenza. Seitz si dice preoccupato per la carenza di cardiologi e soprattutto di personale formato in cardiologia pediatrica e mette in evidenza che ogni anno, solo in Italia, nascono circa 3.500 bambini affetti da cardiopatia congenita: quasi la metà, secondo le statistiche, dovrà subire un trattamento chirurgico o transcatetere nei primi anni di vita. In Alto Adige si registrano, analizzando i dati dell’ultimo decennio, circa 70 nuovi casi all’anno.













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