Divorato in 25 anni un terzo delle aree verdi 

È il dato più preoccupante emerso nella discussione sul piano paesaggistico La giunta corre ai ripari: anticiperemo l’entrata in vigore del masterplan al 2030


di Giuseppe Rossi


MERANO. In 25 anni, dall'inizio degli anni Novanta a oggi, la speculazione edilizia e la disponibilità dei proprietari di terreni hanno fatto sí che il cemento si sia mangiato un terzo delle aree verdi presenti sul territorio comunale di Merano. Un dramma, se si dovesse continuare a questo ritmo, visto che l'ente pubblico nello stesso periodo è riuscito si e no a mantenere il proprio patrimonio con qualche eccezione d'incremento. Parliamo ad esempio di un paio di parchi gioco o dell'area dei frati cappuccini lungo via Goethe per i prossimi trent'anni passata sotto il controllo del Comune. Lo sconcertante dato è emerso nel corso della serata organizzata dall'amministrazione comunale in sala civica per illustrare ai cittadini la bozza del piano paesaggistico che dovrá prossimamente essere inviato in Provincia a distanza di 15 anni dall'ultima elaborazione. Di fronte a questo assalto al verde privato la giunta ha deciso di anticipare l'entrata in vigore del masterplan 2030, bloccato in Provincia in attesa che venga definito il tracciato definitivo del tratto cittadino dei binari della ferrovia Merano-Bolzano. E agirá utilizzando proprio il piano paesaggistico. Obiettivo è quello di tracciare un anello di sicurezza, un argine che circondi la cittá, oltre il quale non sará consentito edificare nel verde. Uniche deroghe le ristrutturazioni di edifici e masi esistenti. Se il provvedimento diventerá definitivo non si potrá piú ripetere quello che è accaduto negli ultimi vent'anni nel cosiddetto cuneo verde verso Quarazze, area nella quale è stato costruito in maniera massiccia con edilizia agevolata e residenziale. Al piano illustrato l'altra sera alla presenza di Peter Kasal e Georg Praxmarer dell'ufficio provinciale ecologia e paesaggio i cittadini avranno tempo fino al 12 novembre per presentare le loro osservazioni, che dovranno essere esaminate, condivise o rigettate dalla giunta comunale e nel corso del prossimo anno anche dal consiglio comunale. Per evitare che il cemento valichi l'argine che l'ufficio ecologia ha previsto di creare attorno alla cittá verranno estese le cosidette zone di rispetto, oggi limitate a Monte Benedetto e Quarazze toccando anche il fondovalle ed andandosi ad estendere da Labers fino a Marlengo. Con il provvedimento allo studio verrá anche tutelato il verde agricolo. Il piano paesaggistico in rielaborazione, dopo il ridimensionamento dei monumenti naturali avvenuto negli ultimi anni, con il taglio di alcuni alberi secolari, prevede di mettere sotto tutela altri alberi. Si va da una siepe biancospino cresciuta in via Wolf al platano che si erge di fronte all'ospedale, da un cedro del Libano dentro l'areale di Borgo Andreina a un faggio rosso presente a Maia Bassa. Merano in futuro potrá contare anche su due nuovi biotopi: l'ontaneto nella parte piú selvatica di Lazago e lo stagno di castel Verrucca.

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