Eccidio di Brunico Schir ricorda i valori antifascisti

Merano. «A nome di tutti i membri del consiglio comunale di Merano, sono onorata di poter presenziare e ricordare il sacrificio di coloro che hanno avuto il coraggio di agire contro l’ideologia...



Merano. «A nome di tutti i membri del consiglio comunale di Merano, sono onorata di poter presenziare e ricordare il sacrificio di coloro che hanno avuto il coraggio di agire contro l’ideologia fascista, nel tentativo di unirsi a coloro che, in quei cupi momenti, combattevano per i valori della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà, contro i nazionalismi esasperati e il razzismo che erano e che purtroppo continuano a essere le bandiere dei nazisti e dei fascisti». Queste le parole d’esordio della presidente del consiglio comunale Francesca Schir, intervenuta sabato scorso a nome dell’amministrazione alla commemorazione dei caduti di Brunico del 6 luglio 1944.

Quel giorno i nazisti uccisero sette patrioti: Sergio Guerra (19 anni), Mario Bergamaschi (24 anni), Arnaldo Rossetti (19 anni), Mauro Uberti (21anni), Giuseppe Vezzulli (21 anni), Luigi Vinone (21 anni) e Senofonte Zanda (21 anni). Con Franco Garattini (il più giovane e l’unico che fu graziato) i sette, arruolati nella Rsi e a disposizione dell’esercito tedesco, tentarono la fuga aiutati da alcune donne sudtirolesi, ma furono catturati. Quest’anno ricorre il 76° anniversario dell’eccidio, ricordato dal Comune di Corte de’ Frati (in provincia di Cremona, da dove provenivano cinque dei giovanissimi uomini assassinati) insieme all’Anpi di Bolzano con una cerimonia in forma ristretta e abbreviata per via delle restrizioni in vigore. Presenti, oltre all’Anpi, anche i rappresentanti delle associazioni Combattenti e reduci di Bolzano, Fortezza e Vipiteno.

Lo scorso novembre, proprio su proposta di Schir, a Merano è stato istituito l’Osservatorio sui fenomeni di divisione sociale, violenza e discriminazione razziale o di genere, verbale o fisica, con il compito di monitorare e contrastare gli episodi di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. «Mantenere alta l’attenzione sui fenomeni di violenza o intolleranza, di razzismo, sessismo, omofobia, xenofobia e sulle forme di divisione è un dovere delle città e delle società che si dicono democratiche – ha detto Schir nel proprio intervento –. Lo stesso fondamentale ruolo è quello delle commemorazioni come questa: ricordare rappresenta, infatti, oltre che un onore e un dovere, anche un impegno delle istituzioni, delle forze politiche, dei cittadini affinché la cittadinanza e, soprattutto, le giovani generazioni sappiano quali catastrofi ha provocato il fascismo nel nostro Paese e non cadano preda di ideologie che limitino la libertà, vengano meno al rispetto della nostra Costituzione, disprezzino le regole, opprimano gli altri popoli, usino la violenza, verbale e non, nel tentativo di sopraffare gli altri».













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