Evacuate 160 persone Il rischio resta altissimo 

Danni al Centro avventura - che ospita studenti - ieri miracolosamente vuoto Travolta la parte alta di una casa: illesi i proprietari che erano a piano terra


di Paolo Tagliente


CURON VENOSTA. “Tragedia sfiorata”. Due parole inflazionate, usate spesso con troppa facilità. Questa volta, no. Perché in val Venosta la tragedia è stata davvero sfiorata e le foto aeree della zona riportano alla memoria quelle dell’hotel Rigopiano, sul Gran Sasso, spazzato via il 18 gennaio dello scorso anno da una valanga che si portò via anche le vite di 29 persone. A Curon Venosta è andata diversamente, la fortuna un ruolo l’ha di certo avuto, ma se non ci sono state vittime, questa volta, il merito va anche in gran parte alla macchina dei soccorsi che, avviata in maniera tempestiva, s’è poi mossa in maniera impeccabile, mettendo in salvo 160 persone circa.

Nelle scorse ore, in quell’angolo di paradiso sommerso da una spessa coltre di neve, è andata in scena una guerra. Una guerra contro il tempo e contro la montagna che minacciava e minaccia tuttora di far scivolare su case e alberghi migliaia di metri cubi di neve. Un pacifico esercito di oltre 200 tra uomini e donne che ha lavorato senza sosta per ore, con un affiatamento e un coordinamento impeccabile. Protezione civile, vigili del fuoco, sanitari, soccorso alpino, carabinieri (sul posto il generale Massimo Mennitti, comandante della Legione Trentino Alto Adige, il colonnello Stefano Paolucci, comandante provinciale, ufficiali, sottufficiali e personale di numerose stazioni della zona e anche un reparto del 7° Reggimento salito da Laives), la guardia di finanza con i militari del Soccorso alpino, esercito e tecnici della commissione slavine si sono mossi con professionalità e puntualità. Dalle 10 alle 14.30, gli elicotteri hanno fatto la spola tra l’area adibita ad eliporto - l’immensa distesa di neve proprio davanti all’impianto di teleriscaldamento a San Valentino - e Vallelunga. Un volo di pochi minuti per passare da una situazione di assoluta sicurezza (in paese e sulle piste dall’altra parte della vallata la vita è continuata regolarmente), scavalcare una zona boschiva e atterrare accanto agli edifici minacciati dalle valanghe. Quattro persone alla volta: donne, uomini, bambini, anziani, in gran parte turisti. A vederli scendere dagli elicotteri sembrava che nemmeno si rendessero conto da quale situazione di pericolo fossero stati sottratti. Eppure il pericolo incombeva ed era concreto. In località Cappelle, ad esempio, una lingua di neve ha letteralmente spazzato via il primo e il secondo piano di una casa privata. La famiglia che ci abitava s’è salvata solo perché, quasi avesse avuto un presentimento, ha deciso di spostarsi al primo piano. E in questo caso sì, la fortuna ha giocato al fianco dell’uomo. Danneggiata anche la scuola d'avventura. Gli evacuati poi, sono stati trasferiti in una struttura, nel centro del paese, dove sono stati rifocillati e visitati. Tutto è andato come previsto e anche il presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, salito in elicottero nel primo pomeriggio insieme al Commissario del governo, Vito Cusumano, ha voluto esprimere tutta la propria soddisfazione . «Tutta la catena dei servizi ha funzionato benissimo – ha commentato Kompatscher a margine della conferenza stampa organizzata per fare il punto della situazione – la cooperazione tra i livelli statali, quelli provinciali e quelli comunali. Siamo riusciti ad evacuare in tempi strettissimi tutte queste persone che hanno già trovato sistemazione. Oltre a questo sono già partiti i lavori per liberare la strada e abbiamo potuto smuovere artificialmente una serie di valanghe che rischiavano di staccarsi. I tecnici stanno valutando se proseguire con queste operazioni perché, pur non essendoci più persone in pericolo, c’è il rischio di causare danni ad edifici e strutture. C’è grande preparazione, non solo da parte della Protezione civile e delle forze dell’ordine statali e provinciali che sono intervenute, ma anche per l’attività compiuta negli anni passati dalla Provincia per quanto riguarda la protezione valanghe. Attività che ha evitato vi fossero ulteriori slavine, soprattutto nelle zone abitate. La speranza è che nei prossimi giorni non si verifichino più nevicate». Visibile anche la soddisfazione del Commissario del governo. «Tutto è stato fatto nel migliore dei modi possibile, attivando tutte le procedure che sono previste in circostanze del genere. Siamo stati assistiti dalla fortuna perché le slavine hanno riguardato in maggior parte le strade e nelle poche abitazioni colpite le persone sono rimaste incolumi. Questo, però – prosegue Vito Cusumano – ha dato il via al piano di evacuazione attraverso il coinvolgimento dell’Agenzia provinciale di Protezione Civile, il servizio strade e poi tutti gli organi di supporto, i mezzi e gli uomini dei carabinieri, dell’esercito e della guardia di finanza e della componente sanitaria. Nel frattempo abbiamo dovuto preoccuparci della funzionalità dei collegamenti telefonici ed elettrici: la complessità dello scenario richiede il massimo coinvolgimento, non solo a livello comunale. Per questo stiamo stati sempre in stretto collegamento presso il Comando provinciale dei vigili del fuoco a Bolzano, così da garantire tutti i soccorsi necessari». Tira un sospiro di sollievo il sindaco di Curon Venosta, Heinrich Noggler, sempre in prima fila in queste ore per coordinare i soccorsi. «Il sesto senso dei nostri concittadini – commenta – che sono scesi al piano inferiore, ha evitato che ci fossero vittime. Ma va sottolineato come le diverse organizzazioni abbiano operato in grande sinergia».

«La situazione continua ad essere problematica – ricorda invece il direttore della protezione civile, Rudolf Pollinger – ma grazie al grande impegno di tutte le forze di intervento possiamo considerarla sotto controllo». Il peggio è passato, insomma, ma il lavoro è tutt’altro che finito.

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