Fare impresa, in 200 al Kurhaus 

L’incontro. Massiccia partecipazione al meeting di Bni: soci da tutto l’Alto Adige, ma anche da Trento, Lecco e Napoli Un milione di euro il giro d’affari locale. Collaborazione e nuovi strumenti per il marketing al centro della discussione


Jimmy Milanese


Merano. Cosa ci facevano giovedì scorso alle sette del mattino, nella sala del Pavillon des Fleurs, duecento imprenditori? Semplicemente, nelle sale storiche del Kurhaus si è svolto un incontro di quasi duecento imprenditori Bni. Una sigla che indica un network di business internazionale che a Merano può contare su un gruppo di quasi trenta imprenditori.

A spiegare di che cosa si tratti, Raoul Ragazzi, coordinatore del gruppo meranese Grafensteiner. «È un anno che prepariamo questo incontro, al quale hanno partecipato i nostri soci meranesi, ma anche oltre 70 imprenditori dal resto della provincia e quasi un centinaio di colleghi provenienti da Trento, Rovereto, ma anche Lecco e perfino Napoli». Quindi, una conferenza con invito al mondo dell’imprenditoria altoatesina, allargata oltre il confine di Salorno, per spiegare agli interessati la filosofia Bni. «In poche parole, nel corso del nostro incontro, oltre a presentare ufficialmente alla città il nostro gruppo meranese, che noi chiamiamo Capitolo, e quello dei colleghi napoletani, i relatori hanno cercato di spiegare come sia possibile utilizzare il passaparola come strumento di marketing strutturato, positivo e professionale».

Ai lavori ha partecipato anche l’amministrazione comunale con l’assessora Madeleine Rohrer e col collega Nerio Zaccaria, interessati a capire come sia possibile concepire un modello di economia che promette di segnare la strada per il futuro. Infatti il 98% delle imprese dichiara di lavorare anche grazie al passaparola, ma solo il 3% lo utilizza come strumento di marketing. Ed è proprio questo il segreto di Bni, che nella piccola città di Merano può contare su un gruppo di imprenditori che guardano a nuovi strumenti di marketing.

Al network Bni, con diramazioni in tutto il mondo, possono partecipare imprenditori che desiderino aumentare il giro d'affari, ma che al contempo si impegnino al rispetto di regole etiche e deontologiche verso gli altri membri. Il tutto secondo il principio del “chi dà riceve”, cioè un impegno per lavorare in collaborazione con altri imprenditori e quindi uscire da quella zona di comfort che molto spesso il mutamento dell’economia rischia di comprimere fino a decretare il fallimento dell’azienda, incapace di guardare oltre il proprio bivacco. Tra i punti discussi nel corso della mattinata, anche il concetto di competizione tra aziende concorrenti. Questo al fine di evitare che la tipica rivalità tra aziende si trasformi in un bagno di sangue per tutti.

E sul successo di questo nuovo modo di fare affari, ci sono i dati che parlano da soli. In poco tempo è già di quasi un milione di euro il giro d’affari locale generato dal networking Bni. Un gruppo composto da 258 mila imprenditori sparsi in tutto il mondo per un fatturato che supera i 16 miliardi di dollari, con incontri settimanali negli oltre 9 mila gruppi di lavoro per sviluppare gli affari locali con la consapevolezza di partecipare a un network globale dove è nullo lo spazio per affaristi disonesti e speculatori.













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