Fondazione Pitsch, lascia il presidente Raffeiner 

L’ex assessore al sociale ha annunciato al cda la decisione di non ricandidarsi Momento cruciale per l’ente: a breve scade la convenzione con il Comune


di Giuseppe Rossi


MERANO. Sarà un autunno caldo, denso di problemi da risolvere quello che attende la fondazione Pitsch l'ente controllato dal Comune che fino a qualche anno fa era il referente pubblico unico per case di riposo e alloggi protetti nel territorio meranese. Nei giorni scorsi il presidente della fondazione Hermann Raffeiner, ex assessore al sociale del Comune nonché membro di spicco della corrente Svp degli Arbeitnehmer, ha annunciato al consiglio d'amministrazione la sua intenzione di non ricandidarsi alla guida dell'ente che in città amministra la casa di riposo di via Palade, il centro lungodegenti S.Antonio e gli alloggi protetti al Seisenegg.

Raffeiner in tema di assistenza a Merano è un'istituzione: era stato lui negli anni Novanta a reclamare e ottenere autonomia dei servizi sociali comunali rispetto al Burgraviato. La giunta Rösch non avrà solo il problema di trovare un nuovo presidente all'altezza, ma anche quello di rinnovare la convenzione in essere ormai in scadenza.

Il segnale lanciato da Hermann Raffeiner è l'ultimo di una lunga serie che ha avuto come protagonista la fondazione Pitsch. Prima il Comune ha deciso di togliere la gestione degli alloggi per autosufficienti a villa Petersburg in via Schaffer, trasferendolo alla gestione privata pagata da convenzione pubblica del Martinsbrunn. Poi ha tolto alla fondazione anche la possibilità di gestione gli alloggi protetti costruiti in via Toti, 38 appartamenti destinati ad anziani che per un paio d'ore al giorno vengono seguiti da un dipendente comunale. Il rischio sul futuro a breve termine della Pitsch è anche quello di vedersi togliere da sotto il naso la gestione del centro lungodegenti S.Antonio di via Cavour. La Provincia da almeno sei mesi ha comunicato che quell'edificio verrà abbandonato, senza fino a oggi comunicare quale alternativa proporre. Del resto a tre mesi dalle elezioni provinciali e con un assessora alla sanità, Martha Stocker, che ha annunciato di non ricandidarsi, cosa c'era da attendersi.

Un'ipotesi, a dire il vero a Bolzano era circolata: usare parte del parcheggio dell'ospedale Tappeiner per realizzare un centro lungodegenti più ampio dei 72 posti garantiti oggi alla S. Antonio. Ma pare che proprio da Merano siano state alzate barricate contro questa ipotesi.

Fondazione e Comune procedono a vista, effettuando in via Cavour interventi minimi e sperando che la struttura regga il più possibile. Già alla fine dello scorso anno si era parlato di un intervento da almeno 11 milioni di euro per rimettere a nuovo l'ex hotel Riz Stefanie, oggi centro lungodegenti, ma senza garanzia di aumento dei posti letto. Una spesa che il Comune, non essendo l'immobile suo ma provinciale, si è rifiutato di sostenere, innescando a Bolzano la reazione dell'abbandono del progetto risanamento.

Hermann Raffeiner lascia in uno scenario poco rassicurante per i meranesi, che tramite il Comune si vedono sempre meno rappresentati nelle strutture per la terza età. Bethanien, Eden, Carolina, Martinsbrunn e in futuro ordine teutonico sbracciano per accaparrarsi gli anziani autosufficienti e non gravemente non autosufficienti, sfruttando la tariffa unica provinciale, vedendo nella gestione degli anziani il business del futuro. E la fondazione Pitsch, diretta emanazione del Comune in questo scenario, conta sempre meno.













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