«Gli affitti alle stelle freno per il commercio» 

Confesercenti lamenta prezzi per le locazioni del 30 per cento troppo alti Le richieste al Comune: parcheggi ed elasticità sull’arredo urbano 


di Simone Facchini


MERANO. Commercio e servizi godono a Merano di discreta salute, ma gli affitti alti pesano, soprattutto a chi cerca di avviare un’attività. Anche i parcheggi lungo le strade, sempre meno numerosi e sempre più spesso a pagamento, creano difficoltà ai negozi di vicinato e di passaggio. Ben vengano, poi, le grandi catene a patto che siano di qualità, capaci di attrarre clienti: serve un gusto mix con le vetrine tradizionali e le attività più piccole, al fine di evitare l’effetto omologazione.

Sostenibilità dei bilanci. Appelli e richieste da una parte, compiacimento per i risultati ottenuti dall’altra: in dosi equamente distribuite sono gli spunti emersi nel forum organizzato con i rappresentanti provinciali e locali di Confesercenti nella nostra redazione sul Lungopassirio. Uno stato dell’arte al giro di boa della legislatura Rösch e alle porte della stagione turistica. «C’è un dato al quale non ci si può sottrarre – osserva Federico Tibaldo, presidente provinciale dell’associazione – e riguarda la sostenibilità delle aziende. Calcoliamo che gli affitti degli spazi commerciali siano del 30-35% troppo alti. È vero che è il mercato a fare il prezzo ma quindici anni fa le proporzioni erano diverse. Il fenomeno si lega agli effetti della deregulation del settore: troppi metri quadrati al dettaglio ed eccessiva liberalizzazione creano difficoltà al comparto. Da tempo sosteniamo che servono delle regole». Gli fa eco il direttore Mirco Benetello: «Gli affitti elevati mettono freno soprattutto a chi vuole partire. Il ruolo di organizzazioni come la nostra è quello di sostenere l’iniziativa». Casi virtuosi ce ne sono: per esempio via Galilei, dove le vetrine si stavano svuotando («pericoloso l’effetto domino», ammonisce Confesercenti), è riuscita a invertire la rotta grazie a contrattazioni andate a buon fine con i proprietari che hanno abbassato le pretese. Sotto i Portici, invece, le locazioni spesso sono a portata solo delle grandi catene – sebbene la recente chiusura di Promod, pur dovuta anche ad altre dinamiche, indichi che nessuno è al riparo. «I marchi importanti possono essere una risorsa per la città – aggiunge Aris Deflorian, commerciante – a patto che siano di qualità. In quel caso attraggono persone anche da fuori e a beneficiarne sono pure i più piccoli».

Parcheggi e arredo urbano. Nervo scoperto, quello dei parcheggi. L’indirizzo dell’amministrazione è di togliere le auto dalle strade. Vengono cancellati posteggi e molti di quelli rimasti sono blue park, a pagamento. Il nuovo volto di via Matteotti, per esempio, secondo molti metterà a rischio le attività commerciali. E circolare in auto in macchina è diventato più affannoso. «Merano vive molto di turismo, è innegabile. Ma vi sono anche i servizi, per i quali viabilità e parcheggi sono vitali. Serve un punto di equilibrio» osserva Raoul Ragazzi, rappresentante proprio della categoria servizi nascente in Confesercenti. Anche perché se lungo le vie non si può parcheggiare, i clienti dirottano sui centri commerciali svantaggiando i piccoli negozi. Appello al Comune, dunque. Che si affianca a quello in materia di arredo urbano: «C’è un regolamento e va bene, ma nell’applicazione – esorta Christina Waldner - ci vuole una certa elasticità. In particolare per quanto riguarda le attività in periferia». Per attenersi scrupolosamente alle normative servono investimenti e non tutti sono sempre in grado di sostenerli.

Ambulanti e timori. Sul mercato del venerdì negli ultimi anni si è lavorato molto. Dopo la rivoluzione seguita all’apertura del primo segmento del tunnel della circonvallazione nord-ovest, che ha determinato il trasloco, ora si è trovato il giusto equilibrio: «Quello del venerdì a Merano – spiega Franco Nietzsch, rappresentante degli ambulanti – è il mercato più importante della provincia e secondo un’indagine della Hgv rappresenta la terza attrazione di Merano dopo Terme e Giardini di Trauttmansdorff. Per gli ambulanti è la maggiore fonte di entrate e per la città una risorsa turistica: ecco perché chiediamo che la situazione raggiunta, grazie alla collaborazione con il Comune e con l’Azienda di soggiorno, venga mantenuta. Ed ecco pure perché alziamo le orecchie quando sentiamo parlare di progetti residenziali che riguardano la zona del Palamainardo e che temiamo possano occhieggiare anche su piazzale Prader».

L’appello al Comune. «All’amministrazione comunale – chiosa Tibaldo - ricordiamo che attività e servizi sono un patrimonio per la città tutta: bisogna salvaguardarlo».

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