I 90 anni di don Ettore Il prete di tutti e per tutti 

La storia. Il sacerdote simbolo della parrocchia di Santo Spirito domani celebra il traguardo Un punto di riferimento per la comunità, capace di calamitare attorno a sé grande affetto


Ezio Danieli


Merano. Domani, 14 maggio, don Ettore Garollo festeggia i suoi 90 anni. Un traguardo importante che il sacerdote, ospite da un po' di tempo del centro lungodegenti Sant'Antonio, si appresta a celebrare con il solito buonumore che lo ha contraddistinto durante la sua vita tutta dedicata alla comunità religiosa che lo ha visto sempre protagonista indiscusso tanto da avergli dedicato grande affetto e riconoscenza.

Punto di riferimento.

Don Ettore nella parrocchia di Santo Spirito, si è sempre distinto per l'immenso e straordinario lavoro svolto in favore di tutti coloro che a lui si sono rivolti nei momenti felici e meno felici della vita. Tutti, a Merano, lo conoscono e lo riconoscono. E lo apprezzano per essere sempre stato al suo posto nonostante il mutare dei parroci e dei decani. Un punto di riferimento sicuro, un compagno di feste in occasione di battesimi o matrimoni, una spalla sulla quale piangere quando la vita mostra la sua faccia più dura. Ma sono stati soprattutto i malati, gli anziani e i poveri i suoi compagni di viaggio preferiti. Popolare la sua saggezza, al pari del suo vivere. A tutti è stato sempre in grado di dispensare consigli preziosi, dal giovane disorientato alla mamma preoccupata, dalla coppia in crisi alla vedova disperata. Consigli che gli sono venuti dal profondo dell'anima e che ha saputo trasmettere con la pazienza, mista a bonaria autorità, del capo famiglia. E la sua variopinta e numerosissima famiglia, per fargli sentire l'intensità del legame che la città nutre nei suoi confronti, sarà idealmente al suo fianco in occasione del suo compleanno. Don Garollo (quanti sono a conoscenza del suo cognome? in città è conosciuto soltanto per nome don Ettore appunto) ha sempre rifiutato la possibilità di diventare parroco, un impegno ritenuto di eccessiva responsabilità e che in qualche misura l'avrebbe limitato nella sua natura di parrocchiano tra i parrocchiani.

Con tutti.

È stato cooperatore sempre di parroci storici come monsignor Cadorna, don Zocchio, don Michelini, don Tommasi, don Cosciotti fino all'ultimo don Giole Salvaterra. Don Ettore ha preferito restare da parte. Ha lavorato per tutti. Una scelta che ha regalato alla città un curatore d'anime nel senso più esteso e completo del termine. Ha seguito i bambini, le prime comunioni, le associazioni che hanno operato a Santo Spirito, gli scout. È sempre stato a fianco di chi aveva bisogno, non ha mai risparmiato un aiuto, anche economico, a chi chiedeva un sostegno. Tutte persone che lo ricordano volentieri nel giorno del suo compleanno e che non hanno mai smesso di ringraziarlo dal giorno in cui è stato costretto a non svolgere più l'attività sacerdotale. La sua presenza resta più viva che mai anche ora che è assente dalla sua chiesa e dalla sua gente.

Come non fargli gli auguri? Come non dirgli ancora una volta grazie per il lavoro svolto a favore della comunità meranese?













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