L'INTERVISTA jutta telser 

«I due lockdown come un uragano sull’Ente Teatro» 

Cultura in affanno. Per Puccini e Kurhaus si parla di 250 mila euro di mancati guadagni e di decine di eventi da rimandare ai prossimi mesi «Fra Tsb, biblioteca, concerti e scuole avremmo avuto il pienone»


jimmy milanese


merano. «Sarebbero stati due mesi da record per il teatro Puccini, che risultava prenotato fino al 31 dicembre. Invece, il ritorno al lockdown ci ha costretti a chiudere tutto e cancellare le manifestazioni in programma». Queste le parole dispiaciute di Jutta Telser, presidentessa dell’Ente gestione Teatro e Kurhaus di Merano, la quale riconosce la necessità di questo ulteriore lockdown ma ci tiene a lodare il comportamento dei dodici collaboratori, che «hanno mostrato un alto senso di attaccamento a questo nostro gioiello cittadino».

Presidentessa, di nuovo sono i teatri a dovere chiudere e la cultura a fermarsi.

Già, un peccato e un dolore, anche se riconosco che questa è una misura necessaria per combattere la pandemia, quindi la mia non è una lamentela per la chiusura dei teatri. Piuttosto, vorrei spiegare il mio dispiacere e quello dei miei collaboratori per un settore che sta soffrendo molto anche dal punto di vista lavorativo.

Quali spettacoli sono stati cancellati al Puccini o al Kurhaus?

Sono state cancellate, tra le altre, le rappresentazioni teatrali del Teatro Stabile, del Freies Theater Bozen, del Südtiroler Kulturinstitut, ma anche gli eventi della biblioteca e le rappresentazioni della scuola di danza Only Dance. Per ora, ma vediamo che cosa succederà in futuro, alcuni appuntamenti di dicembre non sono ancora stati cancellati. Invece, al Kursaal sono saltati il Merano WineFestival, il Ballo dello Sport, Miss Südtirol, i balli delle varie scuole, i concerti tra cui quelli della Merano Pop Symphony Orchestra e tutti gli eventi natalizi, ma anche i meeting di Banca Mediolanum, della Croce Bianca e della Finstral. Questi e tanti altri, purtroppo.

Prima di questa ennesima chiusura come stava andando?

L’Ente Teatro era felicissimo perché, dopo mesi di chiusura, avevamo registrato il tutto esaurito fino alla fine di dicembre. Una cinquantina di appuntamenti che avevano catapultato a Merano perfino compagnie di Bolzano che al Puccini avevano prenotato per eseguire le loro prove. Insomma, c’era un fermento culturale che indicava quanto gli operatori culturali e la cittadinanza avessero sofferto il primo lockdown.

Parla del Puccini o della sala grande del Kurhaus?

Per le sue dimensioni, il Kursaal era chiuso, perché in quella sala il pericolo assembramenti sarebbe stato troppo alto. Di questa situazione il Puccini aveva beneficiato, risultando molto più prenotato del solito. Insomma, un sold out che non si era mai visto.

Avete ricevuto disdette o richieste di spostamento degli eventi?

Quasi tutti non hanno voluto disdire del tutto, ma hanno spostato al prossimo anno gli eventi, alcuni addirittura al 2022, a dimostrazione che la cultura vuole resistere e non molla mai.

Con i vostri collaboratori come vi siete comportati?

In tutto sono 12 i nostri collaboratori, quattro in ufficio, mentre otto sono i custodi. Dall’inizio di questo lockdown, quando gli eventi hanno iniziato a saltare, i custodi si sono dedicati alla manutenzione delle strutture, eseguendo lavori di pittura delle ringhiere e di restauro delle sedie, mettendoci impegno e dedizione meritevole di lode. Uno dei nostri custodi è falegname e si è subito attivato per coordinare il gruppo di lavoro che ha eseguito i restauri. Devo dire che questo senso di responsabilità ci ha fatto risparmiare dei soldi. Invece, da dieci giorni è tutto fermo, salvo le esigenze di sorveglianza della struttura non possiamo fare più nulla. Quindi abbiamo deciso di sistemare alcuni collaboratori in cassa integrazione, mentre altri fanno home office.

È possibile calcolare il danno economico prodotto da questi due lockdown?

Compreso il primo lockdown, se fino a dicembre rimarremo chiusi, il danno da mancato guadagno potrebbe aggirarsi attorno ai 250 mila euro, ma devo dire che la Provincia ci ha dato contributo straordinario di 200 mila euro che in parte copre le perdite. Quindi, con gli incassi mancanti di novembre e forse dicembre, le entrate mancanti potrebbero raggirarsi attorno ai 40-50 mila euro.

Saltano anche tutti i progetti di restauro importanti, giusto?

Tutto è rimandato, anche per via della situazione amministrativa che la nostra città sta vivendo. Ad esempio, dopo l’alluvione del 30 settembre dalla facciata del teatro Puccini sono caduti pezzi di intonaco ed era nostra intenzione mettere tutto in sicurezza quanto prima, poi però ci siamo resi conto che la facciata danneggiata che dà su corso Libertà presenta danni importanti per un lavoro inaspettato che potremo fare solo in primavera. Detto questo, me lo lasci ripetere, ora è importante che la popolazione stia unita e capisca che è interesse di tutti comportarsi in modo responsabile, perché è anche in questo modo che la cultura riprenderà ad allietare le nostre vite.













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