I giardini scompaiono, incentivi per salvarli 

Negli ultimi 25 anni un terzo dei cortili ha ceduto il posto allo sviluppo edilizio L’assessore Rohrer: «Il parco di casa deve tornare a essere uno status symbol»


di Giuseppe Rossi


MERANO. Il cemento negli ultimi 25 anni si è mangiato un terzo del verde privato sul territorio comunale. A dirlo sono i tecnici provinciali che hanno esaminato il piano paesaggistico di Merano in vista dell’assemblea pubblica convocata la settimana scorsa. La prima a cercare spiegazione e rimedi è l’assessore all’urbanistica Madeleine Rohrer.

Assessore, cosa è accaduto in questi anni?

“Abbiamo analizzato a fondo la situazione e siamo propensi a individuare quattro aspetti. Il primo è che la qualità del verde è diminuita in seguito a processi naturali, alberi morti e mai rimpiazzati”.

Colpa della natura...

“Ho parlato di quattro ragioni. Mi lasci dire quali sono le altre, come l’esistenza di terreni con vincolo di protezione senza che ne avessero i requisiti, come ad esempio un meleto in via Roma all’incrocio con via Petrarca".

Quel terreno doveva servire a costruire una variante alla via Roma per salire a Maia Alta... Quali sono le altre due ragioni del calo del verde privato?

“Il giardino ha perso valore e chi ne possedeva di pregio ha preferito sostituirlo con la cubatura prevista dal piano urbanistico”.

Cosa è stato sbagliato in questi ultimi vent’anni?

“Mettere un vincolo su un terreno edificabile non si è dimostrato sufficiente per garantire il verde di qualità in città. Serve un approccio diverso. Ma qualcosa sta cambiando”.

Cosa intende?

“Alla presentazione del piano paesaggistico in sala civica ci siamo accorti che sta tornando l’attenzione dei cittadini nei confronti del loro verde. Speriamo che il giardino torni ad essere uno status symbol. Merano è diventata una città giardino perché una volta i cittadini credevano in una città verde e che giardino e parchi ne aumentassero il pregio”.

Cosa può fare il Comune?

“Il solo vincolo edificatorio manca dell’aspetto premiante e di sostegno. Vogliamo sviluppare misure attive, ad esempio incentivi, per chi vorrà mantenere il proprio giardino di qualità o che rinuncia alla cubatura edificabile esistente. Stiamo lavorando anche a un modello di piano d’attuazione che introduca il concetto della funzione ecologica”.

Ha raccolto delle proposte dai cittadini?

“Abbiamo annotato alcune interessati proposte utili per combattere la speculazione edilizia. Dobbiamo valutarle a fondo”.

Anche l’annuncio di un argine attorno alla città contro il cemento va nella direzione di proteggere il verde.

“Il verde protetto in città non può essere compensato col verde agricolo. L’ampliamento della zona di rispetto nelle aree agricole ha lo scopo di contenere la città nel suo perimetro attuale”.

Il piano paesaggistico fa una nuova foto di Merano.

“Eliminare il vincolo del verde protetto non significa eliminare il verde ma descrivere diversamente tale zona che ha perso il suo valore, come anche lasciare tale classificazione non significherebbe, purtroppo, ripristinare il pregio di un’area verde. Un eventuale vincolo significa che il Comune ha la possibilità di intervenire nel momento di una domanda per un progetto edilizio fino a negare la concessione edilizia per motivi di tutela del paesaggio e dell’ecologia. Il verde protetto è comunque terreno edificabile. Lasciare sotto vincolo aree verdi in cui è stato costruito e dove sono stati tagliati gli alberi significherebbe negare una trasformazione negativa che ha avuto luogo negli ultimi decenni”.

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