Il consiglio cancella la via intitolata a Cadorna 

Approvata una mozione di David Augscheller (Sinistra ecosociale) Il nuovo nome dovrà esprimere i valori della convivenza e del pacifismo


di Simone Facchini


MERANO. Via Cadorna ha le ora contate: la strada che si insinua in zona caserme cambierà intitolazione. Nella sua ultima seduta il consiglio comunale ha approvato una mozione proposta da David Augscheller (Sinistra ecosociale) che impegna il sindaco e la commissione consiliare competente a proporre un cambiamento toponomastico di via Luigi Cadorna. E la spallata al generale, capo di Stato Maggiore nei tragici anni dal 1914 a Caporetto, è forte: il consesso civico ha appoggiato il documento con 21 voti favorevoli contro uno solo contrario e quattro astensioni.

«Non è solo un cambiamento simbolico – commenta Augscheller -, è un messaggio deciso alla comunità. Altri Comuni l’hanno già fatto. Come spiegato nel preambolo della mozione, la storia non si può cambiare ma si può evitare di rendere onore a personaggi controversi. O, come in questo caso, addirittura a una figura che con i criteri moderni è da considerare un criminale di guerra. Il supporto trasversale del consiglio fa piacere, così come i tanti interventi, segno che si tratta di un dibattito sentito. E così come il fatto che il sindaco abbia fatto un passo in più riattivando la commissione per la toponomastica». Dall’impegno della quale dovrà scaturire un nome che rifletta i valori di pacifismo e di convivenza, «colonne portanti della nostra comunità». Il consigliere di Sinistra ecosociale non vuole esporsi con una proposta, «preferisco aspettare il lavoro della commissione. Magari potrebbe essere il nome di una donna, dato che sui cartelli delle vie meranesi sono in clamorosa minoranza».

Il precedente. Il processo toponomastico a Cadorna segue quello che meno di due anni fa mise al bando l’intitolazione della scuola media in lingua tedesca alloggiata allo school village che cambiò il proprio nome, sostituendo Josef Wenter per i legami con il nazismo con il più mite Karl Wolf, promotore dello sviluppo della città in veste di autore, commerciante, ideatore della Festa dell’Uva.

Le accuse. Annunciando la mozione, un paio di mesi fa, Augscheller ricordava il ruolo di Cadorna nella prima guerra mondiale «che causò fra i soldati 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti. Sette milioni sono le vittime civili stimate. I caduti italiani si contano nell’ordine di 700 mila persone, in Austria-Ungheria di 1,5 milioni. Decine di migliaia di invalidi subirono orrende deformazioni fisiche o amputazioni, mentre altre migliaia di vittime morirono dopo la fine della guerra in seguito alle ferite o a malattie contratte sul territorio di combattimento». L’uso propagandistico della storia da parte dei guerrafondai che esaltano la guerra, affermava Augscheller, «nega il fatto che milioni di soldati sono stati mandati letteralmente e coscientemente al macello dai comandi militari. Cadorna è inoltre responsabile anche per migliaia di processi (350 mila presso i Tribunali militari) con oltre 4000 condanne a morte contro semplici soldati e sottufficiali ritenuti disertori. Di queste, ben 750 vennero eseguite, assegnando all'Italia il triste primato per il numero di esecuzioni capitali».

Toto-nome. Subito è scattato il toto-nome. In qualche cassetto del Comune giace una lista di pretendenti andata stratificandosi nell’avvicendarsi delle legislature. Da Langer a Magnago passando per la dottoressa Bucci, tante figure sono ritenute dai diversi schieramenti meritevoli di memoria. Nel 2013 una nuova iniezione di nomi venne apportata da un gruppo di operatori culturali: l’omaggio ad alcune personalità ha trovato gratificazione con le opere sul Lungopassirio (la pioniera della gastronomia tirolese Emma Hellensteiner, l'imprenditore Piero Richard, la scrittrice Gina Klaber, il regista Bruno Jori), altri erano il pittore Luigi Bartolini, il direttore della Libreria Pötzelberger Albert Ellmenreich, l'artista Peter Fellin, lo scrittore e grafico Fritz von Herzmanowsky, l'intellettuale Antonio Manfredi, Evelyn Ortner fondatrice del Museo della donna, l'artista Robert Du Parc, il poeta Ezra Pound, il critico d'arte Luigi Serravalli.

Contrario. L’unico voto contrario l’altra sera in consiglio è stato quello di Nerio Zaccaria, coerentemente con quanto aveva dichiarato due mesi fa quando Augscheller annunciò la proposta. «Sul ruolo di Cadorna si può discutere, ma non è questo il punto. Critico il metodo, quello di agire “una tantum”: più opportuno sarebbe stato ragionare su tutte quelle intitolazioni che ad oggi possono essere considerate anacronistiche».













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