L'INTERVISTA gianluca magrini 

Il consulente viaggi  «Prenotazioni  ridotte all’osso» 

La ripartenza. Fino a febbraio trend in linea con gli anni scorsi, mentre in Cina il coronavirus già imperversava. Poi l’aiuto ai clienti all’estero per rientrare in Italia e adesso la preoccupante fase di stallo 


simone facchini


merano. Gli affanni del settore turistico ai tempi del Covid hanno tanti rivoli. Alla fine di febbraio, quando il virus in Cina da queste parti sembrava lontano più o meno quanto Marte, agenzie viaggi e tour operator registravano numeri in linea con gli anni passati. Poi il lockdown. E l’economia in freezer. «Dal 3 giugno, data di riapertura totale dei confini fra regioni, rispetto a un anno fa le prenotazioni sono forse a un terzo. Ed è la punta dell’iceberg». Gianluca Magrini, freelance oggi consulente di Nouba Tours, ha vent’anni di esperienza nel settore.

Come stava andando prima dell’emergenza?

Si confermavano le tendenze degli ultimi anni. Tutto secondo i cliché, tante prenotazioni per Pasqua e i ponti primaverili, altrettante per le vacanze estive, dal villaggio in Italia al tour in Perù.

Ma dalla Cina stavano già rimbalzando notizie preoccupanti. Rispetto a quei paesi il turista aveva preclusioni?

Non particolari. C’erano richieste di informazioni per viaggi nell’est asiatico, per le Olimpiadi di Tokyo, anche per la stessa Cina.

Poi il lockdown. E tanti italiani in ferie all’estero.

Nelle prime due, tre settimane di marzo abbiamo lavorato per riportare a casa coloro i quali si trovavano lontano. Medio Oriente, Stati Uniti, Sudamerica. Voli bloccati, trasferimenti da inventare. Anche solo per raggiungere gli aeroporti. Alcuni hanno dovuto attendere 10, anche 15 giorni prima di rientrare in Italia. La Farnesina ha organizzato dei voli ma erano subito pieni. C’è pure stato chi aveva organizzato la vacanza autonomamente, online, e che nel momento della “bufera” ci ha contattato per trovare il modo di rincasare.

Alla fase di emergenza, cosa è seguito nel periodo in cui l’Italia era immobilizzata?

In aprile e maggio abbiamo lavorato all’annullamento o allo slittamento delle vacanze prenotate in precedenza. Bisogna ricordare che non c’era casistica alla quale riferirsi nella situazione creata da questa pandemia. Per garantire un minimo di liquidità alle compagnie aeree e ad altri operatori del turismo, i decreti dello Stato hanno disposto di non procedere al rimborso dei clienti, bensì alla corresponsione di un voucher della cauzione versata al momento della prenotazione, da utilizzare entro 18 mesi per ogni tipo di viaggio.

La proposta è stata accettata dai clienti?

In larga parte sì, qualcuno ha posticipato le vacanze di qualche mese, altri all’estate 2021. In ogni caso, come agenzia viaggi ci atteniamo alle disposizioni governative.

Da metà maggio è cominciato il tam-tam sulla riapertura dei confini regionali il 3 giugno, data poi confermata.

Nell’ordinario, le famiglie residenti in Alto Adige tendono in larga parte ad andare in ferie non appena finiscono le scuole. Una scelta dettata da vari motivi, non ultimo i prezzi più bassi rispetto all’alta stagione. C’è però il fatto che tanti alberghi, tanti villaggi apriranno tra fine giugno e inizio luglio. E non tutti.

Quali problematiche ne derivano?

Le prenotazioni in questa prima settimana utile sono ridotte a un terzo. Senza contare che fra marzo e maggio per tre mesi non si è incassato nulla. Ci sono poi tante persone che non hanno più ferie a disposizione, avendole esaurite durante il lockdown. Alcune famiglie non avranno le risorse finanziarie. Altre preferiranno non muoversi per timore.

Quale tipo di vacanza le viene richiesto?

Crescono le domande per affittare appartamenti o ville, dove ci sono maggiori garanzie che garantiscono il distanziamento sociale. Dobbiamo comunque fare fronte a una diminuzione dell’offerta. In primo luogo di destinazioni, perché viaggiare lontano è più complicato. Ma anche di alberghi in Italia: alcuni decidono di non riaprire, quelli che lo fanno viaggiano spesso a marce ridotte perché devono ottemperare alle disposizioni per garantire la sicurezza.

Altre mete possibili per chi vuole andare al mare?

Da luglio la Grecia, poi Spagna e mar Rosso.

I prezzi?

In generale non diminuiscono ma nemmeno aumentano.

Qual è la domanda che le pongono più frequentemente i clienti?

“Dovrò tenere la mascherina nel villaggio?”. Dipende dalle situazioni. Dalle disposizioni delle istituzioni territoriali. E dall’evoluzione del contagio e di conseguenza dalle risposte delle autorità. Anche se ci si deve confrontare con parecchie incongruenze.

Le prospettive del settore?

A breve termine sono grigie. Giugno per la nostra categoria è pressoché perso, anche per insufficienza di offerta. Restano gli altri due mesi estivi, da affrontare con tante incognite. Speriamo in una ripresa autunnale.

Ma la gente ha voglia di andare in vacanza?

Chi può, ha voglia. Ma ci sono anche tante paure. Spesso eccessive.













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