L'intervista

«Il garage in caverna a Merano sarà un progetto avveniristico» 

Georg Oberrauch, capofila della cordata per realizzare l’autosilo sotto monte Benedetto: «Le contestazioni? Ci stanno e le ascoltiamo. Ma la struttura sarà un valore aggiunto per la città». Da determinare la data di inizio dei lavori 


Simone Facchini


MERANO. «Sarà un progetto avveniristico. Il cantiere i suoi effetti? Ascoltiamo tutti, e stiamo facendo di tutto per attutire i disagi. Non possiamo negare che ce ne saranno, ma ben più contenuti, per un’operazione di questa portata, rispetto ad altri cantieri, pensiamo per esempio quello in corso in centro a Bolzano. E il garage in caverna rappresenterà un valore aggiunto per la qualità della vita di Merano».

Georg Oberrauch, timoniere della Meran Centrum Parking spa e “patron” di Sportler, parla a 360 gradi sul progetto dell’autosilo nella pancia di monte Benedetto. Mentre gli scavi per il tunnel che collegherà MeBo e accesso alla Passiria proseguono senza intoppi, l’avvio dei lavori dell’annesso garage non sono iniziati sebbene fosse stata ipotizzata la data del 22 luglio. «Ancora non possiamo fornire una data precisa» spiega Oberrauch.

A cosa si deve questo ritardo?

Devono essere chiariti ancora alcuni aspetti. Le richieste dell’ente pubblico, in termini di approfondimenti nella cornice del progetto PPP (partnership fra pubblico e privato), sono superiori a quelle che potevamo preventivare. Hanno un senso, questo sì, che tuttavia trascinano con sé ulteriori costi. Noi comunque vogliamo operare e realizzare un progetto con zero rischi. Sarà una struttura innovativa, direi futuristica.

Il quadro generale, fra costi dell’energia e difficoltà delle materie prime, gioca un ruolo?

Anche questi aspetti hanno il loro peso. Come accennato, la nostra società si è aggiudicata la realizzazione e la relativa gestione del garage, ma l’iniziativa privata rimane strettamente connessa alle dinamiche del pubblico. Quindi fra difficoltà tecniche, prezzi spesso raddoppiati e passaggi che la burocrazia ci obbliga a osservare,ecco che il passo si è rallentato.

D’accordo, ma la costruzione del garage e la sua consegna deve giocoforza allinearsi ai progressi del tunnel.

Per questo ci sentiamo sotto pressione. Mi alzo alle 4 del mattino per cominciare a studiare soluzioni…

Abbiamo parlato di costi. Un anno fa, con la firma del subcommissario Hermann Berger in calce al contratto di fianco alla sua, le fonti municipali parlavano di 27 milioni finanziati dalla vostra cordata.

A dire il vero le stime erano già di 30, che con quanto sopra accennato sono già lievitate di qualche milione. Penso che in altre circostanze il progetto da un punto di vista di sostenibilità economica sarebbe già stato vicino al fallimento.

Ma l’accordo fra voi e il Comune prevede qualche paracadute?

Ci sono clausole che possono determinare, nel caso di sopraggiunta di particolari evenienze, delle modifiche alla concessione. Per esempio nella durata della stessa. Azionare il meccanismo è comunque complesso. Il Comune, a ogni modo, non interverrà con fondi. Con l’amministrazione collaboriamo: come nello sport, vinci se giochi di squadra.

Il sindaco Dario Dal Medico ha detto che i lavori, quelli che provocano rumori e vibrazioni, dureranno un anno circa. E che si lavorerà anche la notte.

Proveremo a comprimere la tempistica, ma non è facile e dipenderà dal quadro geologico che gli addetti affronteranno. Certo ci sono stati studi e analisi preventive, ma bisogna vedere strada facendo. Per esempio il tunnel è progredito più velocemente di quanto previsto.

Si lavorerà anche di notte?

Da lunedì al venerdì ci saranno due volate (le esplosioni per frammentare la roccia, ndr) giornaliere, al mattino e alla sera. Alcuni minuti prima il circuito d’avviso segnala lo scoppio con un’esplosione. Il momento più rumoroso è quello successivo. Lo è molto di meno lo sgombero dei materiali. Ma nessuno su questo cantiere ha notato un aspetto importante.

Quale?

Che pur riguardando un’area sotto il centro storico, rispetto ai futuri vantaggi, i disagi per la città sono decisamente limitati. Se guardiamo al megacantiere in centro a Bolzano…

Eppure le contestazioni sono tante, a partire da quelle del comitato “Sos Garage in caverna”, sia ai lavori sia al progetto in sé.

Partiamo da un punto, rimuovendo i fraintendimenti. La Meran Centrum realizza il garage, i cui lavori come detto devono ancora cominciare. Il tunnel, e dunque l’intervento in corso, fa capo alla Provincia. A questa e alle ditte al lavoro, abbiamo chiesto se finora sono stati rilevati danni alle strutture che si trovano sopra il cantiere: ci dicono di no. Quando cominceremo il nostro intervento, applicheremo ulteriori sensori per monitorare passo dopo passo gli effetti dello scavo. E ci investiremo centinaia di migliaia di euro. E lo ribadisco: comprendiamo tutte le osservazioni e i timori, e allo stesso tempo siamo sempre pronti a confrontarci. Magari non per avvocati, ma guardandoci faccia a faccia.

C’è chi dice che il progetto è nato vecchio. E che il numero di colonnine per le auto elettriche sia insufficiente.

In progetti di questa portata è normale che ci siano pareri differenti. Ma larga parte dei meranesi lo apprezza. Mi ha fatto grande piacere l'endorsement delle associazioni di categoria dei commercianti e degli artigiani. Sulle colonnine, dalle 12 previste nel primo progetto del 2015 sono già raddoppiate, e abbiamo già l’intenzione di realizzare un piano intero con ricariche per le e-car. Del resto è nella nostra convenienza. E comunque il nostro è un progetto dal forte valore ecologico.

Può spiegare più nel dettaglio?

Per esempio se pensiamo alle code a cui è sottoposta quasi quotidianamente la Passiria, con code quasi sistematiche e annesse emissioni. Ma se allarghiamo il focus, riflettiamo sulla scarsità di superfici in Alto Adige. Realizzare una struttura interrata, come il garage di monte Benedetto, può fare da esempio. Altro profilo del discorso: Merano sarà l’unica città in Europa in cui dalla superstrada si raggiungerà il centro in 2 minuti. Un autosilo interrato c’è anche a Salisburgo, ma per raggiungerlo c’è una sfilza di semafori.

Per il progetto meranese lei ha radunato varie aziende di punta dell’economia locale.

Come imprenditore sono cresciuto con un principio, quella della collaborazione. Anche come azienda (con riferimento a Sportler, ndr) abbiamo sempre fatto affidamento su questa filosofia. Per esempio consorziando gli acquisti per spuntare prezzi migliori. Ho trovato imprese e imprenditori che credono nel progetto garage perché sarà un valore aggiunto per la città, per il territorio. Se parliamo di redditività dell’investimento, è molto bassa. In caso contrario, si sarebbero presentati gruppi internazionali.

C’era anche l’idea di collegare un’uscita del garage alla passeggiata Tappeiner.

La politica (nella precedente legislatura, ndr) ce l’ha bocciata. Per noi è un capitolo chiuso. A meno che qualcuno cerchi e di rilanciare l’idea.

Ha mai pensato, viste le tribolazioni, di abbandonare il progetto-garage?

Sì. Quando a un dialogo serio e sereno si è sostituita l’invidia. Ma resto convinto della bontà dell’iniziativa. E del fatto che con buon senso le soluzioni si possano trovare.













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