l’esperto 

Il geologo: «I risultati delle analisi fatte all’epoca dicevano che in quell’area si poteva costruire»

Sulla vicenda della frana che nel 2014 ha investito il capannone della “Recycling fratelli Picelli”, interviene Volkmar Mair, responsabile dell’ufficio Geologia e prove materiali della Provincia.«Dal...



Sulla vicenda della frana che nel 2014 ha investito il capannone della “Recycling fratelli Picelli”, interviene Volkmar Mair, responsabile dell’ufficio Geologia e prove materiali della Provincia.

«Dal punto di vista del rischio geologico per quell’area non abbiamo nuove informazioni, anche se gli stabili sono stati evacuati e per questo non esiste pericolo per le persone», spiega Mair, che indirettamente risponde a Picelli. «In ogni caso, all’epoca delle vendite da parte della Provincia vennero eseguite opere di mitigazione, quindi qualcosa era stato fatto, ma non per una imprevedibile frana di quell’entità. Col senno di poi tutti sappiamo quello che si sarebbe dovuto fare per evitare la frana, ma vorrei ricordare che le analisi vennero eseguite con le metodologie disponibili all’epoca e i risultati dissero che lì si poteva costruire».

Nel 2015 anche il Comune si è dotato di un Piano delle zone di pericolo idrogeologico, il quale per il tratto di via Nazionale che dall’ex Recycling porta in particolare alla falegnameria Stablum afferma: «La possibilità che si verifichi un fenomeno di rottura e quindi un distacco del blocco dalla parete rocciosa è avvalorata da verifiche cinematiche, definendo una alta probabilità di mobilizzazione dei blocchi in corrispondenza degli affioramenti», come si legge nella relazione tecnica del geologo Matteo Marini datata 6 febbraio 2014, cioè il giorno seguente alla prima delle tre frane che hanno investito la ditta di Edoardo Picelli.

Sulla questione, ancora Mair: «In quel tratto di montagna ci sono stati tre eventi nel febbraio del 2014, vale a dire due precursori con caduta massi normali ed entità calcolabile e mitigati da opere esistenti, seguiti da un evento di oltre 8 mila metri cubi di detriti. Oggi abbiamo nuove norme per questo tipo di situazioni e siamo in grado di fare simulazioni per la caduta massi, ma quando siamo di fronte a un crollo intero non ci sono programmi che possano simulare quel tipo di evento». E sulla richiesta di Picelli, il quale vorrebbe capire se dopo sette anni di attesa gli spetti una qualche forma di risarcimento da parte della Provincia, ecco la considerazione del geologo, il quale non entra nel merito del contenzioso ma chiarisce: «Se capire di chi siano le eventuali responsabilità non fosse difficilissimo non saremmo qui a parlarne ancora oggi, visto che la giurisprudenza non ha trovato una risposta chiara sul punto specifico delle eventuali responsabilità». J.M.













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