Il teleriscaldamento avanza in pieno centro 

Presto al via i lavori di Alperia per l’allacciamento di corso Libertà superiore Dall’aprile del 2020 in funzione la nuova centrale a biomasse in zona Rabbiosi



MERANO. Inizieranno a breve i lavori di ampliamento della rete di teleriscaldamento di Alperia in corso Libertà che prevedono anche l’allacciamento del Kurhaus. L’intento è di proseguire nell’opera di copertura delle utenze, permettendo a 5100 famiglie, cioè il 27,5% del totale, e a circa 415 tra attività commerciali, scuole ed edifici pubblici di usufruire del teleriscaldamento.

Sono 430 le sottostazioni attualmente installate tra Merano e Lagundo, dove complessivamente più di 5500 famiglie e 500 aziende, scuole e uffici sono allacciati alla rete. Ora anche i cittadini e le aziende con sede nel tratto superiore di corso Libertà compreso tra via Cassa di Risparmio e piazza della Rena interessati all’approvvigionamento di energia termica ecocompatibile potranno raccordarsi alla rete del teleriscaldamento contattando Alperia.

Il calore è prodotto in modo ecologico in diversi impianti di teleriscaldamento a Merano, prevalentemente impianti di cogenerazione. Questi producono contemporaneamente calore ed energia elettrica, garantendo così un’elevata efficienza energetica. Viene inoltre sfruttato il calore di scarto dell’industria, cioè il calore che si accumula come sottoprodotto nei processi industriali e che sarebbe altrimenti rilasciato nell’ambiente senza essere utilizzato. Alperia sta inoltre costruendo un nuovo impianto di teleriscaldamento a biomassa in zona Rabbiosi. In città la rete è alimentata da tre impianti. Il primo è la centrale di Maia Bassa, dotata di un impianto a cogenerazione alimentato a gas metano che produce sia energia termica sia energia elettrica, e di caldaie di integrazione per i picchi di calore o in caso di guasti. La centrale cede il calore alla rete e contemporaneamente fornisce vapore all’adiacente azienda Zipperle, sfruttando le risorse a disposizione. C’è poi la centrale delle Terme Merano, che oltre a due cogeneratori e a caldaie di integrazione a gas metano a servizio delle terme e della rete che serve l’intera città ha anche un sistema per la produzione del freddo a servizio delle stesse Terme. L’impianto ex-Bosin, infine, dispone sia di caldaie per la produzione del calore, sia di quattro accumulatori di energia termica che permettono di servire calore ai cittadini nei momenti di maggior richiesta. C’è poi l’impianto alla Memc, ma la situazione della Solland ha cambiato le carte in tavola.

Lo scorso ottobre, inoltre, l’approvazione in consiglio comunale dell’ampliamento della rete ha dato fondamentalmente il via libera alla costruzione della nuova centrale a biomassa in zona Rabbiosi, tra i frutteti fra Maia Bassa e Sinigo, su un terreno di 13 mila metri quadri acquistato da Alperia per 900 mila euro, cui si aggiungono i 6-7 milioni necessari per i lavori di realizzazione e un altro per gli allacci e le spese di progettazione. Centrale salutata dall’amministrazione comunale come un mezzo per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e per aumentare la percentuale delle energie rinnovabili, mettendo fuori servizio impianti obsoleti che rilasciano notevoli quantità di anidride carbonica e di diossido di azoto. La nuova centrale a biomasse – in funzione dall’aprile del 2020 per sei mesi l’anno, con una media di 3-4 tir al giorno addetti al conferimento della biomassa – coprirà circa il 7% della totale domanda di energia termica della città, e secondo le stime in possesso dell’amministrazione si risparmieranno circa 3 milioni di metri cubi di gas metano e circa 5800 tonnellate di anidride carbonica all’anno, permettendo inoltre di mantenere l’Iva al 10% per gli utenti.













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