L’edilizia regge l’urto Covid Ma è allarme per l’occupazione 

Gli effetti del virus sull’economia. Costruttori e impiantisti hanno potuto sfruttare l’onda lunga dei lavori già avviati L’incertezza su nuove opere blocca le assunzioni e i rinnovi. Fra le piccole e medie imprese soffrono quelle legate al turismo


Simone Facchini


Merano. Il comparto edile del Meranese per ora regge alle picconate del Covid. I grattacapi sulle commissioni sono per ora consegnati a un orizzonte che non è troppo lontano, mentre sul fronte occupazionale gli effetti sono già sensibili: congelate le nuove assunzioni, stop ai rinnovi dei contratti a tempo determinato. Per un settore nel limbo fra la salubrità dei bilanci 2020 e fosche previsioni, altri artigiani stanno passando tra le forche caudine del turismo in stand-by, dai servizi di lavanderia a quelli di noleggio auto con conducente fino a tutta la filiera legata agli eventi.

Nodi al pettine.

«Tutto sommato, per l’edilizia e le imprese ad essa connesse l’anno si è concluso senza scossoni sui conti» spiega Paolo Ferrazin, referente meranese della Cna (Confederazione nazionale artigianato e piccola e media impresa). Settore primario nel panorama delle Pmi, l’edilizia ha dunque retto l’urto. Ma i nodi hanno da venire al pettine. «Costruttori e impiantisti hanno potuto parare il colpo, proseguendo progetti già avviati o cominciando quelli approvati che andavano incontro a scadenza dei termini. Inoltre per alcune opere che in altre circostanze venivano commissionate a ditte fuori provincia, data la situazione vari committenti hanno preferito affidare i lavori a imprese locali fornendo ulteriore ossigeno. In questo modo l’anno si è concluso egregiamente, di certo meglio che per tante altre categorie». La linea di galleggiamento s’appanna se si parla di previsioni. Per vari motivi. «Ciò che è già nero su bianco, in sostanza quanto è stato finanziato, andrà avanti. Ma l’onda è destinata a scemare. Scarseggiano le prospettive di nuovi incarichi. Fra gennaio e marzo tante strutture turistiche concentravano i lavori: stiamo già assistendo a una contrazione, seppure al momento assorbibile ». Ad anticipare i riflessi dell’incertezza ci sono gli effetti sull’occupazione. «Le aziende agiscono con prudenza, si stoppano le assunzioni e i rinnovi».

Merano senza politica.

Su Merano grava inoltre l’assenza di una giunta. «Per sua natura, il commissariamento frena alcune procedure amministrative preliminari e necessarie per avviare cantieri». A margine, «il superbonus del 110% che alcuni committenti vorrebbero sfruttare ma, in attesa di comprendere a fondo l’opportunità, hanno rimandato gli investimenti».

Effetto a catena.

La catena di effetti della pandemia sull’economia sta invece travolgendo tutte le attività connesse al turismo. Settore alberghiero, impianti sciistici, ristorazione e commercio in prima fila. Ma dietro a questi e con questi lavorano tantissime micro e piccole imprese. «L’assenza del turismo ha riflessi pesanti su Merano e dintorni, più che in altre aree della provincia. Le ricadute coinvolgono tante aziende che lavorano in maniera indiretta grazie alla presenza di ospiti in città e nei paesi». Chiusure? «Per ora, nel costante confronto con il territorio, per fortuna ne ho riscontrate poche» conclude Ferrazin. «A mollare sono stati coloro che già prima della pandemia si interrogavano sul proseguimento dell’attività». La pandemia e i suoi precipitati hanno fatto il resto.













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