La chiesa con anima “social” sostiene gli anziani soli

Merano. L’altro giorno, durante la celebrazione della messa nella chiesa evangelica di via Carducci, il pastore Martin Krautwurst ha raccontato ai fedeli la sua ultima iniziativa, una videochiamata...



Merano. L’altro giorno, durante la celebrazione della messa nella chiesa evangelica di via Carducci, il pastore Martin Krautwurst ha raccontato ai fedeli la sua ultima iniziativa, una videochiamata con due parrocchiane. Si tratta dell’ex professoressa di chimica Ina Schenk e della vivace pensionata Nadine Friedel, rispettivamente di 95 e 92 anni, che con l’eclettico pastore hanno potuto intrattenere una conversazione attraverso lo schermo di un tablet.

Il nuovo progetto della comunità protestante di Merano è stato avviato negli ultimi giorni. Si sviluppa nel contesto delle restrizioni volte ad arginare i contagi da coronavirus, di nuovo in ascesa dopo un periodo in cui le speranze sembravano essersi fatte più consistenti.L’obiettivo dell’iniziativa è di coinvolgere maggiormente nella comunicazione e nello scambio di informazioni coloro che altrimenti sarebbero tagliati fuori dal mondo esterno. Destinatari sono i membri anziani della comunità che finora hanno dimostrato maggiori perplessità nell’uso delle nuove tecnologie, come anche le persone più a rischio di sviluppare la malattia.

Videochiamate, concerti online, preghiere su Youtube, messe su Facebook, chiamate in videoconferenza con Zoom (una piattaforma che permette di “incontrare” diversi utenti all’interno di una “stanza” virtuale privata) e molto altro ancora sono già diventati pane quotidiano per molti anziani.

Con il sostegno del Consolato generale di Milano e di benefattori privati, la comunità evangelica ha acquistato nuovi tablet e li ha configurati in modo che l’utilizzo sia semplice e intuitivo, in modo che possano servire a migliorare la comunicazione e la connettività. I giovani mostrano come si usino questi apparecchi e danno una mano durante le videochiamate. Infatti la tecnologia non è la sola a portare informazione nelle case delle persone più anziane: lo scambio è anche tra generazioni.

«Dopo una caduta, Nadine Friedel ora si trova al Tappeiner – spiega Krautwurst –. Le visite non sono consentite per via delle limitazioni cui sono soggetti gli ambienti ospedalieri. Ma non si annoia e mantiene attivamente il contatto col mondo. Col suo nuovo tablet appoggiato sul letto d’ospedale invia costantemente messaggi tramite Whatsapp e telefona ad amici e conoscenti tramite FaceTime. Questo la motiva e serve anche al processo di guarigione».

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